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Balconi verdi, verdissimi | Torino smart respira

Virginia Pubblicato il 28 Settembre 2019

Inizio settembre, prendo un 16 cigolante fino a via Giolitti. Mi immergo nella calma prima della tempesta che è la settimana numero 1 del mese (dell’anno). Un raggio di sole mi scalda la nuca e le serrande corrono in sottofondo. Il mio sguardo cerca con trepidazione il terrazzo che preannuncia Piazza Vittorio. Più lo cerco più sembra che il verde sia l’unico colore fuori dalla tavolozza: balconi immacolati beigiolini, cielo azzurro, zero piante. Zero piante a consumare la mia CO2! Da quel giorno sono iniziate due sfide personali. Quanti balconi verdissimi troverò oggi? Riuscirò a compensare la mia carbon footprint e avere più piante della signora del primo piano? Non penso lo sappia, ma lei e la sua betulla mi stanno stracciando.

Smart city significa smart environment aka la città deve essere verde. Una città intelligente non può tirarsi indietro davanti alla natura. Torino come smart city è messa bene ma non benissimo su questo aspetto: è una delle città con più alberi pro capite al mondo ma rimane allo stesso tempo una delle città più inquinate di Italia. Una situazione paradossale che dipende da tanti fattori. Nella top 10 delle cose che possiamo fare per contribuire alla causa ci sono le più semplici come non usare la macchina oppure condividerla, fumare meno e non bruciare materiali a caso. Volete sapere la più banale? Avere un balcone verde, verdissimo.

Starter kit, bonus verde e piante carine

Io sono curiosa, non sono esperta, quindi ho chiamato l’aiuto da casa. Neanche a farlo apposta ho creato un EEE-team super potente. Elisa Campra di Neò|Natura su Misura, amica amatissima de Le Strade di Torino, e le architette di Orti Alti, Emanuela Saporito e Elena Carmagnani sono venute in mio soccorso.

Per trasformare il balcone beigiolino in una jungla urbana lo starter kit sono piante facili da gestire e utili, dalle classiche aromatiche ad alcune piante officinali come la calendula. Emanuela di Orti Alti: “Le pratiche di inverdimento di superfici costruite e in particolare il verde integrato all’architettura hanno numerosi benefici”. Continua “Dal punto di vista della biodiversità, più riempiamo i nostri balconi di fiori, aromatiche, orticole, più favoriamo il ritorno in città degli insetti impollinatori, come api e farfalle ad esempio. E poi fare giardinaggio è riconosciuta come attività terapeutica contro lo stress.” 

Se i nostri progetti si spingono più in là del previsto, la regia mi conferma esserci anche quest’anno il bonus verde per detrazioni fiscali fino al 36% su acquisti di piante, rinnovazioni e tante belle cose che trovate qui. Un incentivo non enorme ma significativo in un epoca in cui Greta Thunberg fa battere tanti cuori. Orti Alti: “È un buon segnale dell’interesse pubblico, ma non è sufficiente. Vista l’eterogeneità dei contratti di lavoro, quando si tratta di verde condominiale non tutti possono avere l’accesso agli sgravi fiscali. In secondo luogo, per incentivare la realizzazione di terrazze e tetti verdi, soluzioni alla cementificazione, in un contesto come quello Italiano, ancora poco sensibile al tema e poco informato sui benefici e le tecnologie a disposizione, funzionerebbe di più garantire contributi pubblici diretti alla realizzazione. Le città che sono più avanti su queste pratiche (da New York, a Rotterdam, fino a Berlino) hanno deciso di partire da investimenti pubblici. Anticipando quell’idea di Green New Deal di cui oggi si sente parlare sempre più spesso.” 

Eco geek: combattere le propria carbon footprint

I meccanismi di miglior successo per l’assorbimento di anidride carbonica sono gli alberi che, in natura, assorbono dai 50kg/anno in su. Sì, si possono mettere alberi anche in 2mq di balcone, prendendo le giuste precauzioni … un albero è pur sempre un albero, con i suoi ingombri e il suo peso. Spoiler alert: sul balcone non è però la stessa cosa, possiamo aspettarci 10-20kg/annui di CO2 assorbita. Tra i più talentuosi ci sono betulle e eucalipto, ma anche gli agrumi danno il loro contributo.

Il 25 Verde è un esempio di questo approccio, un giardino pensile babilonese in città. Questo spettacolo per gli occhi in via Chiabrera non è qualcosa che ci si aspetta girando un angolo di corso Dante. Con 150 alberi ad alto fusto e moltissime altre piante, assorbe in un anno oltre 5 tonnellate di anidride carbonica, abbatte di 1,5 kg le polveri sottili e rilascia 150 litri/ora di ossigeno. Ci pensate? Nell’aria che respiriamo…un kilo di polvere sottile…il peso di 3 tablet o di 8 telefoni o di una bottiglia di vino. Sono vantaggi più che tangibili che influenzano la qualità dell’aria intorno alla struttura e soprattutto le temperature. “Il ruolo del verde nelle città è in assoluto quello di renderle più resilienti e migliorare la qualità della vita. Migliorano il microclima, diminuiscono l’effetto calore e assorbono particelle inquinanti. La progettazione del verde oggi esce dal solo spazio della bellezza e del divertimento, è uno strumento potente per gestire molte criticità urbane” (Elisa, Neò).

E il vostro condominio quanta Co2 potrebbe fare fuori?

I pazienti eroi dell’orto urbano

Si può contribuire al verde della nostra città in diversi modi e uno di questi è anche infinitamente utile: l’orto. L’orto urbano non è un mito e non è impossibile, a dimostrarlo moltissimi esempi di successo, tra cui la scelta sostenibile dell’azienda Codebò e l’orto su tetto più conosciuto di Torino, l’Orto Alto.

L’Orto Alto è stato realizzato proprio da Emanuela e Elena di Orti Alti per le Fonderie Ozanam, un posto difficile da descrivere con una sola parola: un ristorante, un luogo di ritrovo, uno spazio per eventi. Non potevo dunque che rivolgermi a loro per la guida definitiva all’orto sul balcone. “Per iniziare ci sono varie soluzioni, anche tecnologiche, a basso costo. Si può coltivare qualsiasi cosa a seconda degli spazi a disposizione, in generale è meglio prediligere le verdure a foglia larga perché hanno un rischio minore di assorbimento di polveri sottili. L’esposizione deve essere il più possibile soleggiata e non troppo esposta al vento.”

“Invece per quanto riguarda i cassoni è meglio dimenticare la plastica. Le vaschette in questo materiale non vanno proprio bene perché creano condensa rischiando di far marcire le radici. È importante garantire spazio sufficiente per lo sviluppo delle piantine e per far respirare le radici. Noi per esempio costruiamo dei cassoni in cui utilizziamo terriccio alleggerito, che non pesi sulla soletta del balcone, ricco di nutrienti, insieme ad uno strato drenante per lo scolo dell’acqua in eccesso.” Le espertissime dicono questo ma l’ultima parola ce l’hanno le persone come Loris Passarella delle Fonderie Ozanam, che vivono l’Orto Alto nella quotidianità. “L’orto è un posto bellissimo e questo è ben costruito. È semplice far crescere qualsiasi cosa, non servono escamotage, solo pazienza.” 


All images © 2019 Virginia De Faveri