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Romeow cat bistrot a Ostiense: una felice oasi felina e veg

Francesca Palmieri Pubblicato il 15 Ottobre 2019

Quando il cuore batte, batte. Non puoi fermarlo, va solo assecondato… e ascoltato. Perchè guida. Nei posti giusti. Magici. Che ci chiamano, che parlano per noi e di noi. E c’è solo una cosa da fare: godersi tutto.  

Le oasi felici esistono. E sono oasi, ma sono anche un po’ rifugi. Angoli speciali dove “sentirsi a casa”. Ma per davvero. E io, a casa, da Romeow cat bistrot, mi ci sono sentita all’istante. Dalla prima volta in cui ho varcato la soglia e mi sono trovata in un ambiente accogliente e luminoso, fatto di colori, di fusa, di sapori, di dettagli.

Sembra di esserci stati da sempre, lì. Si è tra amici… e tra a-mici.  

Romeow cat bistrot
Via Francesco Negri, 15, 00154 Roma
Telefono: 06 57289203

Martedì – Domenica | 11 – 23 30
Lunedì chiuso

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Cosa è questo luogo unico a Roma?

Sulla mappa, l’oasi felice del Romeow cat bistrot è apparsa cinque anni fa. A mettere la bandierina e aprire le sponde è stata Valentina, con un’idea di base chiara e precisa: far avvicinare le persone alla cucina vegana, al mangiare etico. Condividere, divulgare e far scoprire un mondo che rispetta gli animali, ma non rinuncia al gusto, nè alla creatività. Che possa essere una scelta consapevole, qualcosa di “altro” e sano a cui approcciarsi in modo nuovo. E originale. Con la complicità dei gatti che assicurano coccole, sorrisi e tenerezza.

Cosa è, dunque, questo luogo unico a Roma che ha la sua nicchia nel quartiere Ostiense? Non una semplice caffetteria e non un ritrovo unicamente per “gattari”: è un raffinato bistrot che fa compagnia tutta la giornata, dalla colazione al pranzo, dalla merenda alla cena. I gatti hanno bisogno di riposo… il locale, invece, assicura una costante presenza.  

Quando fuori e dentro sono intonati

Chi ha compreso il valore dello stare bene, sa che deve esserci un filo diretto che collega il fuori con il dentro. Qui, tra queste stanze, il fuori e il dentro sono in sintonia, indossano la stessa palette di colori e trasmettono la stessa luce.

Nella cromoterapia, il blu è associato allo spazio interiore, all’armonia e alla calma: non è un caso che le pareti siano state dipinte di azzurro, di verdeacqua, di blu cobalto. Circondati da queste nuances, il fuori trasmette relax e il dentro si quieta. Il senso della siesta – e del messaggio felino – è proprio questo: voce bassa, rallentare, cercare punti tranquilli dove fermarsi.

Mangiare con testa, pancia e occhi

Che la cucina sia protagonista, proprio come i quadrupedi, è evidente appena si sfoglia il menù, che segue la stagionalità e viaggia anche verso altri paesi. Mangiare veg con estro, varietà e gusto si può, come mostrano Simone Salvo (chef), Daniele Semproni (raw chef) e Barbara Giovanetti (pastry chef): basta giocare con il cibo, cotto e crudo, con le forme, con le consistenze.

Basta divertirsi in ogni fase: quando si pensa, quando si realizza e quando s’impiatta. Offrire proposte ben ragionate ed esteticamente curate, che stimolino la curiosità ancora prima dell’appetito e facciano dire “voglio provare questo, ma anche questo e questo altro ancora”. Oppure “che sarà mai?”, come è successo a noi, mentre leggevamo tra i secondi un certo jack fruit che abbiamo poi scoperto essere un frutto tropicale strano d’aspetto, enorme e versatile. Di cosa sa? Non rovino la sorpresa, va provato!

E cosa aggiungere sul dolce ormai diventato un must per i clienti più affezionati, la White cake con biscotti al cacao, mousse di yogurt di soya e coulis di lamponi, più di quello che le foto dicono?

Un coro di “miao” a sei voci

I veri padroni dell’oasi felice sono loro: sei deliziose creature con vibrisse (che provengono dalla onlus “Luna di formaggio”) e ne sono l’Anima, con la A. Fanno capolino da valigie vintage, cucce morbide o cassette, camminano sulle mensole, guardano poeticamente dalle vetrate, dormono vicini, occupano sedie come veri pascià, eleganti e rilassati.

Romeo, Maos (soprannominato il Paul Newman a quattro zampe, per lo sguardo ceruleo), Nino, Lamù, Frida e Irì sono un tutt’uno con il bistrot, integrati ed educati, buffi e socievoli, adorati e rispettati. Al massimo. Perchè questo è il loro territorio e noi umani dobbiamo interagire con tatto, delicatezza e amore.

Quell’amore (grande) che ci regalano e che rende le oasi felici ancora più felici. E che resta – in fondo e sempre – l’ingrediente più importante.  

*Romeow cat bistrot, per dei lavori di ampliamento, resta chiuso dal 2 novembre al 3 dicembre


All images © 2019 Diego Funaro