Pashmina, birkenstock e tappetino yoga alla mano, questo mese sono la vostra inviata speciale dall’India: dalle strade di Torino alle strade di Rishikesh per parlare di yoga tra oriente e occidente.
Città sacra, considerata il luogo di nascita dello yoga, Rishikesh mi accoglie con il suo miscuglio di clamore, confusione e meraviglia: la musica dei templi; il gorgogliante fluire del Gange; i panorami mozzafiato; i clacson assordanti; il silenzio dell’alba; le mucche ovunque… benvenuti in India!

Sono qui per ricaricare le mie batterie yogiche: fare il pieno di asana e mantra da riportare con me in Europa – insieme a qualche gioiello, un paio di statue, un discreto quantitativo di incenso, e il tentativo di dare una risposta una domanda che spesso si pensa, non sempre si chiede: “cos’è lo yoga?”. Ho voluto chiederlo direttamente al mio insegnante Yogrishi Vishvketu, celebre maestro himalayano fondatore dell’Akhanda Yoga: un metodo che abbraccia lo yoga nella sua totalità, dall’aspetto fisico – il più conosciuto dalle nostre parti – a quelli più sottili come la meditazione e il pranayama, per restituire alla pratica yogica contemporanea l’integrità delle sue origini.

Incastonata all’ultimo piano del Anand Prakash Ashram, casa dell’Akhanda Yoga, la stanza di GuruJi è immersa nel pieno sole del pomeriggio (GuruJi è l’appellativo indiano per maestro, guru letteralmente significa ‘colui che disperde le tenebre’. Bello, no?) Siamo seduti a terra – in india le sedie sono oggetti pressoché sconosciuti – dalla enorme vetrata davanti a noi le verdeggianti pendici delle Himalaya fanno da cornice alla nostra conversazione.
Cos’è lo yoga?
In occidente c’è spesso molta confusione su cosa sia lo yoga. Quindi la mia prima domanda è proprio questa: cos’è lo yoga?
Yoga è una parola che si usa molto oggi. Ma in quanti ne conoscono il significato? C’è chi pensa sia una forma di ginnastica, una moda, un mezzo per farsi notare, la tendenza del momento… Lo yoga è una pratica della tradizione indiana con migliaia di anni di storia che fa parte della cultura di questo popolo. Yoga significa unione, unione significa integrazione: l’integrazione del tuo essere più autentico che è fatto di benessere, leggerezza, espansione, coraggio, amore, gentilezza; l’integrazione tra pensiero, parola e azione. Lo yoga ha molti potenti strumenti per aiutarci a riconoscere queste qualità: le asana (posture), la filosofia, l’uso del suono (mantra), il respiro (pranayama), la meditazione. Se qualcosa in noi non funziona, possiamo cambiarlo grazie a queste tecniche. Questi sono mezzi attraverso i quali possiamo riconoscere la nostra essenza più autentica che ,una volta riconosciuta, possiamo mettere in azione: lo yoga ci rende persone molto utili nel mondo.
E cosa non è yoga?
Non è yoga quando diventiamo egoisti, avidi, quando iniziamo a creare inutili sovrastrutture.
In molti sono interessati allo yoga ma pensano di non essere abbastanza flessibili, di essere troppo magri, grassi, giovani, vecchi ecc. Di cosa c’è bisogno per poter praticare yoga?
Se puoi respirare puoi praticare yoga. Non hai bisogno di un corpo flessibile, ma di una mente flessibile e aperta. Età, peso corporeo, forza fisica non contano. L’importante è inspirare ed espirare con sempre maggiore consapevolezza.

L’immagine che abbiamo dello yoga ha spesso molto più a che fare con l’estetica, i like su instagram, l’abbigliamento giusto, il corpo scolpito… Cosa ne pensi?
E’ un loro problema (ride). Le persone creano le loro aspettative: “questa cosa dovrebbe essere così o avere quest’aspetto”. A molte persone piace creare storie, sovrastrutture, in cui vogliono trascinare anche altri per sentirsi a proprio agio.

A volte si pensa che per praticare lo yoga si debba cambiare cultura o religione…
C’è spesso confusione tra lo yoga e la religione. Lo yoga chiede di cambiare la propria consapevolezza, non ciò in cui si crede, la propria cultura o religione. Se si ha maggiore consapevolezza, qualsiasi pratica si segua si potrà farla meglio, con maggiore coscienza.
Vieni spesso in Italia, com’è insegnare yoga nel nostro paese?
L’Italia è un paese dove la spiritualità è profondamente radicata, grazie a questo per le persone è più facile entrare in relazione con lo yoga rispetto ad altri posti.
Poi abbiamo il gelato…
Sì, anche il gelato ogni tanto aiuta a stare bene! (Ride)

Quindi, non importa che siate alti, bassi, sportivi o no, giovani o meno giovani: lo yoga, il grande regalo che l’India ha fatto al mondo, è per tutti, basta saper respirare! Ci sono molti stili, approcci e insegnamenti diversi ma, come ricorda sempre il mio maestro, lo yoga è uno solo. L’importante è trovare una pratica bilanciata, nel rispetto di noi stessi e di questa tradizione millenaria.
In attesa di scorrazzare per le strade di Rishikesh, ecco alcuni dei nostri posti preferiti dove praticare yoga per le strade di Torino:
Studio Corpore – Hatha, Vinyasa
Instagram|Articolo
Yoga Room 108 (Borgo Rossini) – Ashtanga, Hatha, Vinyasa
Instagram | Articolo
Behrang Yoga – Vinyasa
Instagram|Sito
Spazio Mandorla – Hatha
Instagram
Yoga Room (San Salvario) – Iyengar
Sito

Photos Akhanda Yoga