“Roma è fatta a strati”. “Non fanno altre metropolitane perché, appena scavano, trovano qualche reperto archeologico”. Quante volte noi romani abbiamo detto o sentito frasi del genere? Quante volte abbiamo pensato che fossero luoghi comuni? Bene, la fermata San Giovanni della linea C della metropolitana di Roma è la prova tangibile che davvero in questa città basta scavare per ritrovarsi in un museo.
Scendiamo insieme per le scale mobili, scopriamo un mondo sotterraneo che ci porterà fino alla preistoria, prima di prendere il treno e raggiungere la nostra destinazione. Nel presente, eh! Mica siamo Benigni e Troisi nel film “Non ci resta che piangere”!
Stazione San Giovanni Metro C
Largo Brindisi | Roma
Orari:
Do – Gio | prima corsa 5:30 ultima corsa 23:30
Ve – Sa | prima corsa 5:30 ultima corsa 01:30
Sito web |Facebook | Instagram
Prezzo €1,50 per accesso ai livelli inferiori e corsa in metro
Siamo sicuri sia una stazione?
Alzo lo sguardo dal piano stradale, dove il traffico (non) scorre come al solito; la facciata della Basilica di San Giovanni in Laterano mi ricorda che è sufficiente sollevare gli occhi per trovare meraviglie. Ma è dopo aver sceso i primi scalini che portano alla stazione che mi rendo conto che le meraviglie a Roma sono spesso nascoste e ci camminiamo sopra senza nemmeno saperlo. Mi ritrovo in un museo con una bella illuminazione, pannelli informativi e reperti storici esposti nelle loro teche. Il passo affrettato diventa via via più lento e resto a osservare, incantato ciò che si mostra dietro i vetri. Inizio così un viaggio a ritroso nel tempo, quasi dimenticando di essere in una stazione della metropolitana di una grande città.



Nel sottosopra
Si scende, le pareti mostrano reperti diversi e illustrano il periodo di appartenenza, dando altre informazioni attraverso schermi e pannelli. Un mondo misterioso svelato, nel vero senso della parola, senza più strati che lo nascondano.
Aumentano i metri di profondità e aumenta la distanza dal presente. Si va da frammenti diversi di epoche recentissime alla preistoria nel livello più basso, dove ora passano i treni. Scatto foto, felice di trovarmi letteralmente immerso nella storia. Attorno a me passano curiosi che osservano gli ambienti con stupore e passeggeri frettolosi apparentemente ignari del passato che li circonda. L’impressione è quella di essere altrove, fuori da Roma e dal tempo, principalmente nel primo livello, l’unico in cui reperti di periodi lontani sono esposti insieme. Siamo entrati in una città differente, un sottosopra che non fa paura, ma incuriosisce, fatto non di mostri, ma di marmi e pietre che fanno parte della nostra storia.





Va bene, ma il treno dov’è?
Le scale, in poco più di venti metri sotto l’asfalto di largo Brindisi, ci hanno portato fino a circa 450.000 anni fa, un bel viaggio, manco avessimo usato la DeLorean di Doc Brown! Abbiamo scoperto che qui, tanto tempo fa c’erano boschi e fiumi, notato la ricchezza delle decorazioni di monete, anfore e piatti dall’Impero Romano al ‘600 passando per il Medio Evo. Abbiamo constatato attraversando la stratificazione, che davvero Roma è fatta a strati e che costruire una linea di metropolitana qui è un’impresa ardua. Ora vorremmo proprio salire sul treno, ma dov’è? Mancano le classiche banchine, al loro posto troviamo porte scorrevoli che fanno tanto tube londinese. Si nota di essere in una stazione, non tanto per le indicazioni efficaci, ma discrete, quanto per l’arrivo del treno di cui ci eravamo quasi dimenticati e che ci ricorda che questo museo è anche una stazione della metropolitana.






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