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Home Made: sentirsi a casa, al quartiere Eur

Francesca Palmieri Pubblicato il 16 Settembre 2020

Cosa significa sentirsi a casa? Essere a proprio agio, potersi rilassare, lasciare fuori dalle pareti tutto il resto, cercare protezione, muoversi sicuri tra gli spazi, riconoscere ciò che abbiamo intorno. Essere accolti. O essere se stessi, semplicemente.

Un locale che si chiama Home Made non può che prendere ispirazione da questo. E pensarsi come una casa pubblica – al quartiere Eur – in cui trovare un divano comodo, dolci costantemente sfornati e bicchieri mai vuoti, cibo genuino, libri alle pareti, sorrisi sinceri.

Nessuna formalità, solo colore. L’amore per le cose buone e quello per il vintage. Una porta aperta dalla mattina presto alla sera, come a dire noi ci siamo sempre. E questo sì che conforta.

Home Made
via Andrea Mantegna 20/26
Telefono | 06 83510539
Lu – Sa | 8 – 22

Sito | Facebook | Instagram

Perchè varcare la soglia di Home Made

  • Non ci si sente soli, dentro. Tranquilli sì, specialmente la mattina e il pomeriggio, ma soli no. Pienezza, calore, presenza.
  • Il bancone soddisfa ogni voglia di zucchero e mette allegria, anche solo a vederlo. Sai che, volendo, qualcosa di soffice o da inzuppare è lì, tutto per te. Ed è rassicurante.
  • I prodotti sono freschi e locali, anche per il bere: la passione per il vino non soltanto si respira, ma si tocca proprio con mano… in mezzo ai tavoli!   

Come ti passo la giornata qui

Se siamo in un salotto di casa, immaginiamo la “giornata tipo” da Home Made.
Ci si sveglia e, con la faccia ancora un po’ stropicciata, si fa colazione: dalle 7:30 la macchina del caffè è attiva e per il buongiorno ci sono cornetti profumati, bevande calde, estratti, succhi spremuti a freddo, toast, piadine e sandwich per chi preferisce il salato.
Per iniziare bene, prendendosi il giusto tempo.

Sedendosi al tavolo, a pranzo, può capitare che arrivi (simbolicamente) la nonna a servire delle polpette al sugo o qualche piatto tradizionale evergreen come le lasagne o la parmigiana, ma anche che appaia un bagel con carpaccio di tonno, giuncata di pecora e salsa alle erbe, o un buns con hamburger di ceci, scamorza e cipolla caramellata.

Nel menù, primi e secondi del giorno, insalate, l’angolo della “pizzicheria” e quello della piastra, proposte senza glutine, vegetariane, vegane e “personalizzate”, per particolari esigenze… perchè a casa, com’è ovvio, ognuno deve poter mangiare ciò che ama e può.

Per la merenda, tra una pausa e l’altra, con il portatile in stand by o un libro a metà o un messaggio vocale da ascoltare, barattoli e alzatine mostrano torte e biscotti, in quantità generosa. Energia assicurata!  

Se i minuti corrono e siamo già all’orario dell’aperitivo, sfizi, tapas e “cicchetti” – tutto preparato espresso – accompagnano verso il relax e la sera. E che sera sarebbe senza un calice di vino?

“La cantina è per noi uno scrigno dei tesori nascosti del patrimonio vitivinicolo italiano – dicono i ragazzi di Home Made – Siamo appassionati del buon bere e ci piace stupire con scelte originali e strade poco battute. I sommelier sono sempre a caccia di etichette interessanti e, possibilmente, biologiche e locali“: come non approvare… e provare?

Completano l’offerta una selezione di birre del Lazio a sostegno di birrifici indipendenti e artigianali (altro punto a favore), di bollicine e di cocktail (anche analcolici). Quella per lo Spritz è poi una passione a parte: la carta è in continua evoluzione, per scoprire e sperimentare. Quest’estate, c’erano sette Spritz… vedremo se in autunno/inverno aumenteranno!

Sentirsi a casa… ma non a caso

Potrebbe essere questa la frase da scrivere su un cartello all’ingresso o sulla lavagna, per riassumere lo spirito di Home Made. D’altronde, le case si arredano con cura e in ogni dettaglio. Per volerci tornare, con gioia. E (saper) ospitare.  

Essendo all’Eur, non dimenticate di andare a salutare le geometrie e la luce del Palazzo della Civiltà Italiana!


All images © 2020 Francesca Palmieri