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Amore a prova di Bosco sulle colline del Monferrato

Alessandra Nardin Pubblicato il 5 Giugno 2021

Il tempo non è fatto solo di attimi, ma anche di giorni, anni e momenti storici, eventi personali, cambiamenti delle nostre abitudini e bisogno di nuovi desideri. Il periodo che stiamo vivendo ha fatto emergere quanto poche fossero le certezze che avevamo, evidenziando quanto tutto sia fragile. Non è un caso che la percentuale di persone che vogliono trasferirsi in campagna o in piccoli centri abitati sia aumentata esponenzialmente.

Molto prima di tutto questo ho conosciuto Laura e Alessandro che vivono il sogno di molti: vivere in campagna e vivere della campagna.

Cascina Cerola Località
Frazione Franchini | Altavilla Monferrato (AL)

+39 366.40.11.847 cerola@cascinacerola.it

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Si può innamorarsi di un luogo?

Quando sono arrivata per la prima volta in questo posto, Cascina Cerola, non sapevo nulla della loro storia, ma sapevo che c’era qualcosa di bello da scoprire. Salendo la stradina che porta al grande cascinale ti innamori, o meglio io mi sono innamorata e si vedrà nelle righe successive.

Laura ed Alessandro iniziano a frequentare l’università, ma Alessandro capisce subito che alla conclusione degli studi non vuole vita d’ufficio e, per una serie di decisioni prese in famiglia, iniziano ad andare in giro sulle colline del Monferrato a cercare un luogo dove poter iniziare una nuova vita, in campagna. Un luogo dove si possa vivere della terra ed insieme alla terra.

Mentre Laura, alla conclusione della laurea in ingegneria, resta a lavorare a Torino. Un periodo corto, ma intenso, per capire che Alessandro aveva ragione, si vive una volta sola ed è meglio viverla bene.

Si vive una volta sola

Dopo alcuni mesi di ricerca nel Monferrato a cercare una località con delle determinate caratteristiche produttive e anche naturalistiche, Alessandro trova il posto. O il posto trova Alessandro? Una domanda che mi faccio sempre… Comunque trovano una vera oasi. Una proprietà di 27 ettari, di cui 12 di bosco, un rudere distrutto, campi di vitigni abbandonati e terre da coltivare.

Un’anno di duro lavoro a far diventare il rudere una casa con 4 camere, una sala da pranzo e un soggiorno dove accogliere i futuri ospiti. La ristrutturazione della casa è seguita dalla sorella di Alessandro, architetto, che sceglie di rispettare il territorio e armonizza la costruzione nel contesto, lasciando delle pietre da Cantoni a vista all’interno della casa, come un “remind” di storia di queste colline.

Nel 2015 aprono le porte del loro nuovo nido e il rispetto è la parola che più si ripete in questo progetto di vita. Alessandro, insieme alla sua famiglia, ha sempre seguito una linea che rispettasse la bellezza e la ricchezza di quello che avevano trovato su queste colline Monferrine. Da subito ha capito cosa voleva e quindi le decisioni sono sempre state prese nel rispetto per la natura. 

Decidono da subito di produrre vino biologico, Barbera, Freisa, Grignolino e Sauvignon, tutti DOC. La scelta di produrre vino biologico è stata soprattutto per la preservazione dei 12 ettari di bosco e vi garantisco che ne è valsa la pena. Percorrere i suoi sentieri e avvistare un cerbiatto è stato per me un momento indimenticabile, immagino per loro cosa possa significare dopo tanto sacrificio proporre questa ricca e incontaminata natura agli ospiti.

“Stiamo facendo qualcosa di buono, tutto qui.”

Alessandro impara e studia come migliorare e mantenere il bosco facendosi consigliare da esperti, impara come coltivare i vigneti e lavora tanto, perché la terra non si riposa mai e richiede tutti i giorni attenzione e cura.  Alessandro vuole condividere il suo sapere con tutti e far capire l’importanza di preservare quello che si ha. In primavera organizza dei giri nei sentieri e spiega quanta solidarietà esista tra le piante e come gli alberi siano intelligenti prendendosene cura dell’altro.

E parlando con Alessandro gli senti dire proprio questo: “quello che ripaga del duro lavoro che la campagna richiede, non sono i soldi, è poter sedermi qui, insieme a Laura e godere del paesaggio, dei rumori, dei colori, del profumo sorseggiando un bicchiere del nostro vino sapendo che stiamo facendo qualcosa di buono. Tutto qui”.

Il rispetto per la natura continua anche nella produzione dell’orto. L’orto della cascina è coltivato con il “Non-metodo” di Gian Carlo Cappello. Un metodo giapponese che insegna a non fare nulla… soprattutto a non interviene mai con pesticidi, né chimici e né organici. Il risultato si può vedere nel periodo estivo, quando è possibile acquistare gli ortaggi e la frutta di stagione. 

L’ingegnere in cucina

Tutta questa meravigliosa frutta, queste verdure si trovano a colazione nelle tantissime preparazioni di Laura, confetture, crostate, pane, melanzane, zucchine sotto l’olio. Laura è una cuoca di talento autodidatta. Laura cucina con i prodotti locali, vuole che i suoi ospiti conoscano la ricchezza del territorio attraverso il palato. Le piace portare gli ospiti nella sua cucina ed insegnare a fare la pasta fresca, a cucinare gli agnolotti, il brasato, il bonet; adora far conoscere le “ragazze”, il nome che ha dato alle sue galline.

Oggi Cascina Cerola è davvero una vera oasi della natura, e la riprova di questo è che tutti gli anni gli uccelli gruccioni, provenienti dall’Africa, tornano nel periodo estivo; osservarli in volo, seduti su una sdraio con un bicchiere di vino, è la ricompensa per il duro lavoro che la campagna richiede.

Se andate a trovarli salutatemeli e, fate caso, non smettono mai di sorridere…


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