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Il mondo di Achille Castiglioni

Rosa Giulia Luppino Pubblicato il 18 Marzo 2019

“L’oggetto di cui andava più fiero era l’interruttore rompitratta disegnato insieme a suo fratello Pier Giacomo: con questo prodotto da poche lire papà è entrato nelle case di tutti”. La Fondazione Achille Castiglioni è un museo fuori dal comune, dove i ricordi di famiglia si mescolano agli oggetti che hanno fatto la storia del design italiano.

Le ragioni per cui andare:
1. per visitare e toccare con mano uno dei luoghi dove è stata fatta la storia del design milanese e italiano
2. nello shop è presente una selezioni di prodotti acquistabili in esclusiva presso la Fondazione Achille Castiglioni
3. poco distante dalla Triennale, dove fino al 20 gennaio 2019 è in corso una mostra dedicata proprio ad Achille Castiglioni con allestimenti di Patricia Urquiola

Fondazione Achille Castiglioni
Piazza Castello 27 | Milano
MM1 – MM2 Cadorna

Orario visite guidate solo su prenotazione scrivendo a info@achillecastiglioni.it
martedì – venerdì | ore 10:00 – 11:00 – 12:00
giovedì | ore 18:30 – 19:30 – 20:30

Ingresso: 10€ intero | 7€ ridotto

Se non siete curiosi lasciate perdere

Non serve essere appassionati di design per conoscere Achille Castiglioni, maestro e creatore di oggetti talmente iconici da essere ancora oggi prodotti e venduti in tutto il mondo. Grazie all’omonima Fondazione è possibile visitare lo studio dove l’architetto e designer milanese lavorò, prima con il fratello Pier Giacomo e poi da solo, dal 1962 fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2002.

Ci accoglie la figlia Giovanna, cuore e anima della Fondazione, accompagnata dal bassotto Linea, un po’ infastidito da questa intrusione in un ambiente altrimenti familiare, quasi domestico. Qui non esistono cartelli “vietato toccare” anzi siamo incoraggiati a provare, smontare, interrogarci sui tantissimi oggetti, modelli e attrezzi raccolti nello studio.

“Se non siete curiosi lasciate perdere. Se non vi interessano gli altri, ciò che fanno e come agiscono, allora quello del designer non è un mestiere per voi” diceva Castiglioni. Per tutta la vita ha raccolto quelli che lui definiva “oggetti anonimi”, quelli che ogni giorno utilizziamo senza sapere chi li abbia progettati, ma per questo semplici e funzionali. Li conservava in studio per osservarli e lasciarli maturare in progetti, oppure li portava ai suoi studenti in università come fonte di ispirazione. Nella prima sala, quella dei prototipi, troviamo ad esempio un vecchio battitappeti, un oggetto bellissimo, utile, pratico e soprattutto unico, fatto a mano.

Lo Studio delle meraviglie

La sua idea di design industriale era proprio quella di creare oggetti che entrassero nelle case di tutti, poco costosi e pratici. Giovanna ci racconta la genesi di alcuni dei suoi progetti, nati dall’unione del senso pratico tipicamente milanese con una visione quasi fanciullesca e curiosa del mondo. E’ il caso dello sgabello per telefono Sella (Zanotta, 1957), volutamente scomodo per far durare meno le conversazioni. Altre volte era l’unione di più oggetti anonimi a formare il prodotto: ad una bobina cinematografica viene aggiunta una lampadina un po’ smerigliata per non abbagliare chi la guarda, ed ecco Lampadina, disegnata per Flos nel 1972 e ancora venduta in tutto il mondo.

Quest’anno Achille Castiglioni avrebbe compiuto 100 anni, per questo a febbraio è stata inaugurata una mostra-progetto unica: ad alcuni tra i più grandi designer del mondo è stato chiesto di scegliere un regalo per Castiglioni, di qualsiasi tipo, a patto che si trattasse di un oggetto anonimo. Sono stati così raccolti i primi 100 oggetti, ma le donazioni non si sono fermate: designer, appassionati e amici della Fondazione stanno ancora inviando piccoli oggetti che si stanno accumulando nello studio in una sorta di “museo dell’anonimo” che sarebbe sicuramente piaciuto molto ad Achille.

Colonna sonora: “Here I Dreamt I Was An Architect”, The Decemberists, 2002


All images © 2018 Rosa Giulia Luppino