Facciamo un gioco: chiudete gli occhi e pensate a un pranzo in famiglia, a casa della mamma o della nonna. In quanti hanno davanti agli occhi una scena colma di sedie imbottite, tavoli in legno lucido, servizi di porcellana e ritratti di famiglia alle pareti? Ho ragione di credere che sarete in molti.
Questo è quello che mi è successo andando a cena da Casa Cantagallo: ho fatto un salto nel passato riportando alla memoria ricordi che tengo stretti a me, sorridendo nel vedere quanto certe consuetudini ci accomunino agli altri più di quanto pensiamo.

Signore e Signori: benvenuti a Casa Cantagallo
Ci troviamo nel quartiere Talenti, all’inizio di Viale Adriatico.
In un piccolo slargo si entra in questa realtà parallela che più che agè mi piace definire nostalgica: un grande bancone in legno troneggia davanti alla cucina e le due sale del ristorante sono arredate come il vecchio salone di nonna.
Tutto è apparecchiato alla perfezione, nulla è lasciato al caso, come in quei pranzi di famiglia dove viene tirato fuori il servizio di piatti buoni, le sedute sono delle comode sedie imbottite e in sottofondo accompagna una musica jazz molto soft.



Cosa si mangia da Casa Cantagallo?
A metà tra il mood solenne e quello rilassato, un pò come era una volta andare a mangiare da nonna, decidiamo di goderci la cena, e per non scontentare nessuno, in primis il giovane chef Federico D’Alessandro, optiamo sia per il menù di mare che per quello vegetariano.
Da Casa Cantagallo infatti troverete questo: una scelta 100% vegetariana e una scelta 100% di pesce.
Iniziamo con alici fritte ripiene di patate con maionese fatta in casa e colatura di alici di Cetara per la proposta di mare e uovo livornese bio con pesto in doppia veste per la proposta veg.
Sapori delicati ma dall’impronta decisa e, senza dubbio alcuno, molto apprezzati.


Proseguiamo con i ravioli fatti in casa ripieni di stracciatella, battuta di crostacei al coltello e la loro bisque con polvere di peperone crusco (per il menu mare); gnocchi di patate fatti in casa conditi con funghi e mentuccia romana (per il menu veg): due scelte super approvate e apprezzate!


E da bere?
Una menzione di merito va alla parte delle bevande: se per quel che riguarda il vino la prevalenza della carta è sui bianchi, per il fine pasto la scelta spazia dagli amari ai distillati, lasciando spazio a produzioni locali originali, come il gin Gina, la cui etichetta rimanda alle vecchie mille lire, simbolo del regalo che tutte le nonne e i nonni ci hanno fatto in quei tempi d’oro che ci hanno visto bambini.
Infine, il conto ci viene portato insieme alle caramelle Rossana, altro simbolo dei doni dei nostri nonni che ci riporta a dolcissimi ricordi.


E proprio sulla scia di queste memorie che affermo che, da Casa Cantagallo ci si sente davvero come nella nostra prima casa: quella dei ricordi preziosi.
All images © 2023 Giulia Pietroletti
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