In Emilia, o in Romagna, o meglio nella combo Emilia-Romagna ci sono stato poco e sempre di passaggio, l’ultima volta qualche anno fà per ragioni di studio, e quella volta ero stato a mangiare da amici, proprietari di una cooperativa che produce Parmigiano Reggiano, in una casa calda, piena di gente, piena di cibo e piena di buon vino. E ce la siamo goduta, e abbiamo mangiato, e abbiamo bevuto. Ecco, a Torino, da Emilia (senza Romagna), ci sono amici, si beve bene, si mangia benissimo, si canta, ce la si gode, e c’è quell’atmosfera lì, proprio quella di qualche anno fa.
da Emilia
Corso San Maurizio 47 | Torino
Lunedì – Domenica | 10.00 – 2.00
Costo € – €€
Ragazzi, siamo a corto di piole!
Ebbene sì, è dura ammetterlo, ma se continua così, presto o tardi, saremo a corto di piole! Di posti dove si mangia tradizionale, dove c’è un’aria sincera e rilassata, dove trovi lo studente, l’anziano, la mamma, il papà, il nonno, la nonna, insomma tutti quanti, dove il vino non manca mai, e via discorrendo… me ne sto accorgendo io, ma decisamente prima se n’è accorta Chicca, bella e simpatica modenese che per ragioni lavorative si è spostata qui a Torino e dopo anni di lavoro nell’ambito musicale e comunicazione ha deciso di aprirsi la “sua Piola“ così come piaceva a lei, così come piace anche a me a dirla tutta, e l’ha chiamata “da Emilia“ giusto perchè fosse ancora più chiaro da dove venisse l’aria che voleva portare nel quartiere di Vanchiglia.
Che dire, c’è riuscita in pieno.
Emilia è questo, la piola/bar di quartiere, dove il quartiere s’incontra.
Emilio, il primo arrivato
Entri da Emilia e sembra di essere in un’altra piccola dimensione, sembra esagerato? Provare per credere. Una volta qui dentro si chiude fuori dalla porta il caos di Corso San Maurizio e ci si sente subito a casa.
Sulle pareti cartoline da ogni parte dell’Italia e del mondo, poster, quadri, illustrazioni, foto e oggetti di tutti i tipi. Durante la serata un viavai di gente che passa per mangiare cena, bere qualcosa al volo oppure anche solo per salutare. Luci, lucine e lucette appese ai muri e al soffitto ed un’atmosfera calda e distesa; e poi musica, tanta musica, vinili, pianoforti, serate di musica live e brunch domenicali con Jazz band.
Arredamento rustico, tanto legno massiccio e grezzo, come Emilio, il bancone, il primissimo pezzo d’arredamento entrato da Emilia, restaurato da Chicca in persona.
Chi non tigella in compagnia non è figlio di Maria!
Si sà, nelle piole si mangia bene, e da Emilia, non delude le aspettative; il piatto forte sono le tigelle, focaccine tipiche modenesi da farcire a piacere con una vasta e di altissima qualità scelta di formaggi, salumi e verdure. Si possono scegliere di due tipologie, grandi o piccole, le prima vengono servite già farcite e ci si perde nelle proposte in continuo aggiornamento, ce ne sono davvero per tutti i gusti, le seconde invece vengono servite calde in un sacchettino del pane, simile a quelli che si trovano a “ casa della nonna “, da accompagnare con ricchi taglieri e bei bicchieri di vino rosso, ma il primo premio del gusto, il best dei best, è senza ombra di dubbio il grande classico, la farcitura tradizionale per eccellenza, IL BATTUTO DI LARDO AL ROSMARINO, per me assolutamente la migliore nella sua semplicità; per capire quanta ricerca e attenzione Chicca ci mette nella scelta dei prodotti basta pensare proprio a quest’ultima specialità, dove il battuto viene prodotto dal sig.Antonio, suo vicino di casa a Modena e il rosmarino raccolto dall’orto di sua mamma. Io non so agli altri, ma a me tutto questo sa di buono, vero e sincero.



da Emilia non dorme mai, o quasi.
Il locale, la sera, è ormai aperto da più di tre anni, ma da quest’anno Emilia ha deciso di fare gli straordinari aprendo anche alla luce del giorno.
A pranzo si trovano ottime zuppe calde, a prova delle ultime temperature polari registrate ( Brrrr ), maxi tigelle, e ottime torte caserecce. E poi non si chiude, si va dritti verso la serata, passando per l’aperitivo per arrivare fino alla cena e al dopocena. Ottima selezione di vini, bianchi e rossi, vermouth, amari artigianali e poi quello che per me è l’ago della bilancia di un buon locale, il Gin Tonic, e qui da Emilia fanno buono anche quello.

Ah, visto che si parla di tradizione e torte caserecce, qui Mike ne propone una, la sua è ottima, la vostra?
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