“Finalmente un posto diverso dove fare l’aperitivo!“. Lo confesso e mi autovirgoletto, ma se oggi varchiamo la soglia dell’Emerald’s Bar, il motivo è un po’ “tutto” qui. Ma, lo so già, mi chiederete qualche cosa di più. E quindi, eccomi a raccontarvi di questo localino a due passi dal Vaticano dove sostare per un aperitivo o un dopocena è un piacere per gli occhi, per il palato e per il cuore.
Emerald’s Bar
Via Crescenzio 91C – 00193 Roma (RM)
06 8865 4275
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Un salottino equatoriale…
Il mood da salotto equatoriale – con gli ottoni, le sete e i velluti, ci ha affascinati. La food experience ci ha piacevolmente stupiti. La cocktail list ci ha decisamente conquistati. E noi che siamo degli esploratori urbani a caccia di nuove esperienze, non abbiamo potuto far altro che innamorarcene alla follia. Prima di raccontarvi il resto, una special mention va decisamente alla sua atmosfera retrò ed elegante, informale ma accogliente, che rivisita il concetto di cabinet of curiosities in chiave esotica. Il protagonista indiscusso? Il pavone Emerald, il “vanitoso dono di una principessa indiana” che impreziosisce il bancone del bar. E dà il nome al locale (giustamente)
….dove gustare cocktail inediti…
Dal Perù con il Pisco Sour al Giappone con il Tokyo vs Kyoto, per ritornare in Messico con un Mezcal Negroni: più che una cocktail list, quella offerta da Emerald’s è un invito a sganciare le zavorre e volare alto attorno al mondo. Ma non solo di cocktail vive l’esploratore urbano: per i palati più esigenti, è proposta anche un’attenta carta di vini e bollicine firmata dalla sommelier Livia Belardelli di Flavour Coach.
… e qualche kitchen bite saporito
Lo dico subito: la scelta del giusto boccone da accompagnare gli esotici drink è stata ardua. Anche qui, il menu spazia tra i sapori e i luoghi, ingolosendoci tra opzioni classiche (ma sempre ricercate, come il Pane Burro e Alici, cioè un pane di farina integrale biologica profumato ai semi di finocchio e servito con burro e alici del Cantabrico, per esempio) e più originali (come ad esempio gli Zapatos), facendoci viaggiare almeno con le papille gustative. Che non sono rimaste deluse.
Foto di Marco Ferrarelli