Immaginate di liberare il tempo, immaginate di creare una casella vuota nel vostro planning settimanale, dategli due spennellate di colore e un nome: Esthia.
Ad Esthia non si va mai di proposito, si capita, e trovarsi di fronte alla sua saracinesca ha sempre un che di epifanico.
Esthia
Via Francesco di Sales, 3B | Roma
Me – Do | 15 – 20
Siamo al 3B di via Francesco di Sales, una silenziosa traversa di via della Lungara, dove storia e attivismo camminano sullo stesso marciapiede: la Casa delle Donne, porta e cuore aperto ad ogni ora, e il Regina Coeli, triste di fama e di sventura, fanno da cornice ad una Trastevere più dimessa e rionale di quella a cui i nostri sabato sera sono abituati.

Esthia, un’idea
Esthia nasce, anzi ri-nasce, come spazio creativo qualche mese fa, dall’incontro altrettanto casuale di quattro ragazze: Stella Rochetich, studentessa dell’Accademia di Belle Arti, Crina Boidache, studentessa di Storia dell’Arte, Marta Salini, eclettica poliartista, Elisa Cocco, designer di moda.
Provenienza romana e non, ad unirle è stata proprio l’arte, quella che non ha contorni necessariamente definiti ma congiunge i punti e dà forma alle idee. Esthia è un’idea, appunto.
Nomen Omen
Il suo nome, già lì quando ad occupare il loft era una falegnameria al femminile, richiama la dea greca della casa e del focolare – aka Vesta nella mitologia romana – , e si impone come una dichiarazione di intenti.
“+ Atelier – Pizze”, “Cura Ora”, ” Innaffiare”, “Here to Heal” “Everithing is Erotic”, questi sono gli imperativi categorici della casa, questi i desideri scritti gesso su lamiera: un lento ritorno alla cura degli spazi condivisi che non esclude tuttavia l’introspezione; il recupero del senso della bellezza a partire dalla bellezza nel recuperare materiali; il cibarsi di arte, non lo strafogarsi di cibo.
Arti, femminile plurale
Quel melting pot giovane e frizzante di sole donne, oltre a comporre una singolare classe in rapida crescita – nuovissimo è l’ingresso di Carolina, giovane scultrice – ha idee molto chiare a proposito della direzione da tracciare per la nuova Esthia.
Nel compatto loft dalla vetrata colorata, i comò di tanti salotti fa, le sedie industriali e la parete attrezzata, si muove, infatti, un’armonia di talenti abilmente mescolata e governata dal bisogno di offrire alla città un luogo di pura espressione artistica femminile: l’arte orafa si dà appuntamento con la pittura, la sartoria e la scultura, lì al 3B.
È facile, poi, capitare ad Esthia per un aperitivo fra amici, mentre tra un trucco e parrucco improvvisato nell’angolo “ferramenta” si buttano giù programmi per la stagione in arrivo. Ed è altrettanto facile prendere parte al fermento dei suoi brainstorming.
Così nasce l’idea di una mostra temporanea o di una linea di abiti, perché no, di un vide-dressing o di una serena serata di musica tra vecchi e nuovi amici nel piccolo giardino dirimpetto.
Il tepore delle ottobrate romane, il lento ripristino dei ritmi lavorativi, l’estate ancora sulla pelle, non impediscono alle ragazze di immaginare una lunga sequenza di eventi e workshop ad animare le morbide giornate d’autunno.
Tenetevi caldi allora, al 3B di Francesco di Sales “+ ATELIER – PIZZA” per tutti!
All images © 2019 Gaia Babbicola