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Free Shots | La musica swing con il cuore genovese

Daniele Bonanzinga Pubblicato il 16 Aprile 2021

Free Shots Band
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Il 12 marzo è uscita una canzone che fin dal primo ascolto ho trovato super affascinante e originale: “Paolo”, scritta ed incisa dalla band genovese Free Shots. Così, giorno dopo giorno, mi sono fissato sempre di più con la melodia e il testo di questo pezzo, tanto da volerne scoprire significato e origini. Il colpo di grazia, poi, è stata l’uscita del video, il 7 aprile: semplicemente assurdo. Piombato definitivamente nell’ossessione, ho contattato Alberto Ansaldo, musicista del gruppo, per chiedergli un approfondimento su “Paolo” e tutto il progetto Free Shots. Quello che ho scoperto è stato molto interessante e costruttivo, e mi ha mostrato ancora una volta come Genova sia una realtà crescente e stimolante dal punto di vista artistico.

Nati nel 2014, i Free Shots sono una band che mescola pop contemporaneo con swing moderno e utilizza spesso anche sonorità provenienti dal mondo electro-swing. Il gruppo ha all’attivo diverse collaborazioni sul suolo nazionale ed internazionale; una su tutte quella con il dj e produttore berlinese Wolfgang Lohr. 

Quella che segue è una chiacchierata con Alberto Ansaldo, fondatore e musicista della band. Insieme abbiamo parlato di Genova, di “Paolo” e di musica in generale.

Alberto è un polistrumentista genovese, nonché uno dei fondatori del gruppo.

Intervista ad Alberto Ansaldo, musicista del Free Shots

D: “Ciao Albi! Allora, innanzitutto ti dico che io sono un grande fan dei Free Shots, e ogni volta che vi esibite cerco sempre di venirvi a sentire. Vi ho visti spesso a Genova”.

A: “Che bello, grazie! Sì, Genova è la nostra casa e amiamo suonare qui! Pensa che ogni 23 dicembre, dal 2015, facciamo un concerto a La Claque appositamente per salutare il nostro pubblico genovese. E’ sempre molto emozionante”.

D: “Purtroppo nel 2020 è saltato, immagino”.

A: “Non proprio! Ovviamente non abbiamo potuto ospitare fisicamente il pubblico, ma abbiamo comunque rispettato la tradizione con uno show in streaming in collaborazione con il Teatro della Tosse e l’associazione Scena Unita per supportare i lavoratori del mondo dello spettacolo in un momento così delicato”.

D: “Certo, la situazione per teatranti e musicisti purtroppo è un disastro. Ho letto sul vostro Instagram (ndr: @freeshotsband) che Paolo vuole essere un incoraggiamento in questo periodo travagliato”.

A: “Esatto. Come abbiamo scritto in un recente post, Paolo rappresenta un’ancora di salvezza a cui aggrapparsi nei momenti difficili. E per ognuno può essere qualcosa di diverso: una persona amata, una visione, un ricordo felice, una stella polare, una semplice canzone”.

“Paolo rappresenta un’ancora di salvezza a cui aggrapparsi […]: una persona amata, una visione, un ricordo felice, una stella polare, una semplice canzone”

Splendidi colori e scenografia di un concerto dei Free Shots a La Claque.

D: “Io mi ricordo che durante il lockdown avevo le mie canzoni guida, che ascoltavo ogni giorno per dare un senso e un ritmo a quella reclusione forzata. Ancora adesso se le riascolto sento un sentimento agrodolce legato ai ricordi di quel momento”.

A: “Paolo vuole essere questo e anche di più. Per noi chiedere a Paolo di “sussurrarci all’orecchio la nostra canzone” vuol dire chiedere ispirazione ai nostri idoli: Louis Armstrong, De Andrè, Tom Waits, i Count Basie, e anche lo stesso Paolo Conte a cui dedichiamo il titolo del brano”.

D: “Non ci crederai mai ma quando ho visto la scena in mare nel video di Paolo ho subito pensato a Genova per Noi di Paolo Conte!”.

A: “Grande, ci credo invece! Nel brano c’è anche una citazione a Paolo Conte: “soffriggere musica” sono parole sue, è il suo modo di descrivere la vita dei musicisti”.

D: “Quello che amo nei vostri pezzi è l’ironia di fondo che viene fuori qua e là, in una frase, in un ritornello, nel modo di arrangiare un motivetto. Nel video di Paolo mi ha fatto scassare l’idea di far uscire il piede dalle coperte, o la scimmia barista”.

A: “Qui bisogna fare i complimenti a quello straordinario artista che è Aleph Viola, regista del videoclip, un vulcano di idee, lavorare con lui è stato fonte di grande ispirazione. Tra l’altro è stato divertentissimo girare quelle scene. E’ stata un po’ un’evasione mentale anche per noi!”.

“Girare Paolo è stato divertentissimo. Tra l’altro, tutto il team che ha partecipato alle riprese abita a Genova e siamo tutti immensamente innamorati della nostra città”

Immagini dal backstage di “Paolo” (foto di Elena Grandi).

D: “Restando sul tema ironia, io ogni volta che penso al finale di “Il Mio Vestito Azzurro” mi metto a ridere. Amo quando la musica è ironica o satirica. A proposito, “la terra rotonda […] non è tonda per tutti”, è una frecciata al terrapiattismo?”.

A: “Ahahah, sì, sono contento tu l’abbia colta! Ci piace inserire questi elementi nei testi. E ci piace confrontarci con i temi d’attualità, a volte in maniera più giocosa come nei riferimenti che hai individuato, a volte in maniera più profonda come in una canzone a cui sono legatissimo: “Siamo Tutti Profughi””.

D: “Negli ultimi anni lo swing, mescolato ad altre influenze musicali contemporanee, è arrivato al grande pubblico. Adesso si può trovare swing un po’ dappertutto, nel rap, nel pop, soprattutto nell’elettronica e nella dance. Quali sono i tuoi artisti preferiti di questa corrente?”

A: “Direi su tutti Chinese Man e Caravan Palace. Con questi ultimi abbiamo anche condiviso il palco, è stato incredibile, sono mostruosamente bravi! Forse il mio preferito però rimane il Paolo Nutini di Pencil Full of Lead. Mi è piaciuto molto anche 1920, l’album di Achille Lauro con big band uscito a dicembre 2020!”

D: “I Caravan Palace! Fantastico! Ma quando avete condiviso il palco con loro?”

A: “Sempre qui a Genova, al nostro primo Goa Boa, nel 2015!”

D: “Spesso fate anche bellissime cover di pezzi famosi, e facilmente diventano virali. Penso a Dance Monkey, Blurred Lines, la colonna sonora del Padrino. Come scegliete i pezzi da trasformare in chiave swing?”

A: “Devo dire che la scelta avviene in modo abbastanza casuale, tutti ascoltiamo tantissima musica ma abbiamo gusti decisamente diversi. E questo forse è anche un nostro punto di forza, nel senso che ognuno porta le proprie influenze e le proprie idee e alla fine quello che viene fuori è qualcosa di unico nel suo genere”.

“Ascoltiamo tantissima musica […], ognuno porta le proprie influenze e le proprie idee, e alla fine quello che viene fuori è qualcosa di unico nel suo genere”

Vedere i Free Shots sul palco è sempre una bomba di entusiasmo e buonumore.

D: “Chiudiamo con un paio di domande dedicate a Genova. C’è qualche luogo in cui vai quando cerchi ispirazione?”

A: “Sì, ci sono due luoghi in particolare che sono diventati negli ultimi anni quasi un’ossessione per me. La terrazza di Villetta Di Negro da cui si vedono i tetti del centro storico e Calata Gadda, la piazza affacciata sul mare in fondo al Molo Vecchio, al Porto Antico”.

D: “E c’è qualche ricordo particolare legato ad un’esibizione su un palco genovese che vuoi condividere con noi?”

A: “Le emozioni più forti a Genova le abbiamo sempre vissute sul palco della Claque. Se dovessi sceglierne una in particolare ti direi la prima volta che abbiamo suonato Siamo Tutti Profughi con il nostro fratello rapper nigeriano Precip. Io avevo le lacrime agli occhi, mi sono girato verso gli altri membri della band ed erano tutti visibilmente emozionati. Ed è stato incredibile percepire come anche il nostro pubblico abbia vissuto quel momento”.

“Io avevo le lacrime agli occhi, mi sono girato verso gli altri membri della band ed erano visibilmente emozionati. Ed è stato incredibile percepire come il nostro pubblico abbia vissuto quel momento”


All images © 2021 Ilaria Murtas & Elena Grandi