Abbiamo iniziato l’anno augurandoci follia e rivoluzione e l’abbia concluso poco sani mentalmente, molto stanchi e sicuramente parecchio soddisfatti. Ed è sicuramente stato un anno di rivoluzione e di colpi di testa. Ogni tanto però mi fermo a pensare e a chiedermi se ci vorrebbero rivoluzioni più grandi.
Io che vorrei sempre correre veloce e sempre più veloce. Vorrei aprire un canale YouTube, anzi ne vorrei 4. Vorrei fare Tik Tok, anzi ne vorrei fare almeno 4. Vorrei un podcast e una newsletter. Vorrei che fossero autoriali e che raccontassero qualcosa sui movimenti e sui cambiamenti della nostra città. Ok, avete ragione ne vorrei scrivere almeno 4 di newsletter. Vorrei scrivere più articoli e provare i posti nuovi. Vorrei creare un posto tutto nostro dove ritrovarci. Vorrei ospitarci brainstorming e vinelly a ogni cambio di stagione. Vorrei andare una volta al mese a Milano, a Genova, a Roma e poi vorrei allungarmi fino a Napoli per scoprire come si sta e come si vive lì da Strade. Ma poi il tempo è quello che è e così mi ritrovo a passare le giornate a rispondere alle mail (e manco a tutte) che arrivano e a fare preventivi su preventivi che al 90% verranno scartati. Ma sappiate che la lista delle cose che vorrei con voi Strade è infinita. Ma la cosa bella è che effettivamente pian piano le cose si fanno.
Quest’anno sono cambiate tante cose. Abbiamo iniziato a fare le cose seriamente. A fine 2021 io ho fatto di Strade la mia sola attività, con tutto quello che comporta. Abbiamo pensato di aprire società e poi abbiamo cambiato idea. Abbiamo pensato di essere tanti e poi abbiamo deciso di semplificare al massimo. Abbiamo fatto riunioni di pianificazione bisettimanali e poi ci siamo accorti che in quel ruolo ci stavamo stretti. Abbiamo cercato di rimetterci in sesto qua e là perdendo ogni volta un pezzo. Come dicono i saggi, la coperta è corta e puoi provare a tirarla, ma hai bisogno di qualcuno che porti la sua, se volete stare tutti coperti in un campo di margherite. Ho capito i miei limiti e ho deciso che non potevo tenere tutto insieme. Ho lasciato andare cose che non avrei mai voluto lasciare andare, ma l’ho fatto per salute fisica e mentale. E per riuscire a fare bene quello che stavamo facendo. Abbiamo rimesso in piedi Roma (ragazze voi non sapete quanto io ne sia felice!) e ristrutturato Genova, cercando di togliere quel velo di amarezza che si era annidato. Abbiamo cercato strutture e aiuti per cercare di darci forma, sostanza, materia e non essere solo un’idea. Abbiamo concluso l’anno con la piú grande follia, far diventare qualcuno uno Stradaro full time. E l’anno prossimo saranno due… E, sentite a me, questa è follia vera. Soprattutto per come erano nate queste Strade.
Per ritrovare la follia vorrei fare un esperimento! Ho creato una board su Miro per raccogliere idee e suggestioni! Ne voglio creare una da lasciare aperta per chi ci segue così da poter contribuire con un po’ di idee. Ma qui trovate la nostra!
Potete avere un’anteprima qui e poi entrando da questo link potete contribuire. Per contribuire basterà scrivere il vostro nome e poi potete creare un account con la vostra mail, ma non è necessario. Potete poi liberamente scrivere dentro i post it. Se finiscono i post it copiateli e incollateli. Se mancano delle sezioni aggiungetele. Se avete piacere firmate pure le vostre idee, ma non è né obbligatorio, né necessario. Facciamo solo attenzione a non cancellare idee di altri. Se avete un’idea che è già stata scritta, ricopiatela o aggiungete una stella per far capire che secondo voi è importante. Una volta raccolte le idee ne terremo conto e vi coinvolgeremo per lo sviluppo!
Vi lascio così. Con questa citazione di Calvino, che forse è la citazione che sento più vera e più mia di tutte. Grazie Strade per essere ogni giorno quella parte della mia vita che inferno non è. Che il 2023 sia disordine e capelli bagnati.
L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, inferno non è, e farlo durare, e dargli spazio.
Italo Calvino