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I Milagros di Casa Manzoni

Rosa Giulia Luppino Pubblicato il 18 Marzo 2019

In un ambiente “classico” come quello di Casa Manzoni trova spazio una Fondazione che organizza mostre uniche in Italia, su una tipologia di arte tradizionale ormai dimenticata: quella degli ex-voto, piccole immagini o stampe votive solitamente donate ai santuari in cambio di una grazia ricevuta. Fino al 20 luglio troverete la mostra “Buena Suerte, Milagros de Mexico” con un tema ancora più particolare.

Le ragioni per cui andare:
1. per scoprire la dimora neorinascimentale dove Alessandro Manzoni scrisse le sue opere più celebri
2. se siete affascinati da Frida Kahlo, per approfondire un importante aspetto della cultura messicana
3. pur trovandosi all’interno del Museo Casa Manzoni, le mostre della Fondazione Per Grazie Ricevute si possono visitare gratuitamente

“Buena Suerte, Milagros de Mexico”
Casa del Manzoni
Fondazione P.G.R
Via Gerolamo Morone 1 | Milano
MM1 – San Babila
MM3 – Montenapoleone

martedì – venerdì | 10:00 – 18:00
sabato | 14:00 – 18:00

Ingresso Casa del Manzoni: 5€ intero | 3€ ridotto
Ingresso mostra: gratuito

Ospiti di Alessandro

Si dice che Alessandro Manzoni, appassionato di botanica e giardinaggio, abbia scelto questa casa per la presenza di un grande giardino, forse per poter riflettere e scrivere al riparo dai rumori del centro. Quel che è certo è che al civico 1 di Via Morone il grande scrittore visse con la sua famiglia dal 1814 fino alla morte, avvenuta nel 1873. Ed è proprio qui che scrisse la maggior parte delle sue opere, dai Promessi Sposi al Cinque Maggio.

Se alcune memorie dei banchi di scuola iniziano ad affiorare con fatica, niente paura, la visita è piacevole anche per noi che ci siamo lasciati il Manzoni alle spalle ormai da diversi anni. Nel palazzo rinascimentale il tempo sembra essersi fermato, ed è possibile visitare ogni stanza attraverso un percorso museale che ripercorre la vita e le opere dello scrittore tramite ritratti e oggetti di uso quotidiano.

P.G.R. Per Grazia Ricevuta

La vera sorpresa, però, la troverete al piano di sopra, nelle camere appartenute ai figli di Alessandro Manzoni. Queste stanze sono infatti riservate alla Fondazione Per Grazie Ricevute che qui espone, a rotazione, la sua vastissima collezione di ex voto raccolti nel corso degli anni. Gli ex-voto, forma di arte “povera” frutto di un cristianesimo popolare e quasi folkloristico, sono piccoli dipinti o oggetti donati a un santuario per ringraziare Dio o un Santo per una grazia ricevuta, solitamente in seguito alla guarigione da una malattia o dopo la risoluzione di un evento negativo.

Diffusi in tutto il mondo cristiano già dal medioevo, gli ex voto venivano commissionati dal fedele ad un artista (più spesso, un artigiano) e potevano consistere in piccoli dipinti o stampe a sbalzo su argento o latta raffiguranti l’organo curato o, più comunemente, il Sacro Cuore. Nel caso dei dipinti veniva ritratto l’evento per cui era stata chiesta la grazia unito all’immagine del Santo di riferimento. La sigla P.G.R. (per grazia ricevuta) è spesso l’unica iscrizione che li accompagna.

Retablos de México

In questo momento la Fondazione espone una collezione di ex voto ancora più particolari: 300 lamine votive messicane (o retablos) contemporanee, che raccontano in maniera naïf e fantasiosa tutto il folklore e la profonda devozione del Messico, dove il mercato di oggetti votivi è ancora oggi attivo e prolifico.   

Dipinti su latta, spesso riciclata, raccontano in maniera ironica e colorata grandi e piccole disavventure quotidiane mischiate ad antiche leggende e tradizioni locali, come il Dia de los Muertos, la Santa Muerte, la Llorona. Un cristianesimo popolare molto lontano da quello a cui siamo abituati, in cui c’è un rapporto molto informale e intimo con la divinità, alla quale si può raccontare di tutto: dalle azzuffate tra mariachi ubriachi alle disavventure con l’amante scappato dalla finestra. Anche Frida Khalo, che nel corso della sua carriera dipinse anche alcuni ex voto, è presente nei retablos, così come i tanti personaggi indimenticati della rivoluzione messicana come Emiliano Zapata e Pancho Villa.

Le immagini sono accompagnate da lunghissime didascalie che raccontano per filo e per segno l’accaduto, con un linguaggio colloquiale ricco di termini dialettali o indigeni. Leggetele (potete chiedere anche il fascicolo con le traduzioni in italiano), vi assicuro che vi strapperanno un’emozione e un sorriso.

Un ringraziamento a Lorena di fondazione P.G.R. per le informazioni e la disponibilità.

Colonna sonora: “La Llorna”, Marco Antonio Solís, 2017


All images © 2018 Rosa Giulia Luppino