Ogni volta che passo dalla Maggiolina, poi finisco sempre sui siti di annunci immobiliari per sognare ad occhi aperti di vivere in alcune di queste fantastiche case, curiosando tra le fotografie dei loro interni. Un nido romantico con il tetto a igloo, una villa moderna sospesa nel verde, un appartamento razionalista o una villa liberty con un grande giardino: voi quale scegliereste?
Quartiere Maggiolina
Piazza Carbonari e dintorni | Milano
MM5 – Marche
Ingresso: gratuito
3 ragioni per andare:
1. per trovare architetture uniche e tanta tranquillità
2. per stravolgere la vostra idea di triste periferia milanese
3. per provare qualche osteria o bar in stile “vecchia Milano”
La Maggiolina è una tranquilla zona residenziale dove è difficile passare per caso, ma le sue architetture uniche e immerse nel verde vi daranno un buon motivo per una deviazione.
Solitamente il termine identifica erroneamente tutta l’area compresa tra Viale Marche e Viale Zara andando verso nord, in direzione dello scalo di Greco. In realtà in questa zona, ancora vuota e periferica agli inizi del Novecento, coesistono quartieri più piccoli realizzati in periodi e con stili differenti.
Tante Maggioline
Il quartiere Maggiolina vero e proprio si trova a sud, immediatamente sotto Viale Lunigiana. Il nome Maggiolina deriva da un’antica cascina, demolita nel 1920 per lasciare posto al nuovo quartiere residenziale, costituito da splendide villette in stile Liberty circondate da giardini, che ancora oggi possiamo vedere nell’omonima via.
Poco più a nord si trova invece il Quartiere Rodolfo Carabelli, costruito nel 1939 dall’Istituto Fascista Autonomo Case Popolari. Questo isolato è costituito da piccole palazzine di tre piani, realizzate in cemento armato dipinto di rosa pallido in perfetto stile razionalista, che risultano ancora oggi molto proporzionate e moderne.


Vivere in un igloo
L’area più grande del quartiere è costituita dal Villaggio dei Giornalisti, così chiamato perché costruito a inizio Novecento da una cooperativa di editori, scrittori e giornalisti che cercavano una nuova zona di espansione per la media borghesia. Si tratta di una sorta di città giardino in cui ogni edificio residenziale, ville o piccole palazzine, è diverso dall’altro.
È qui che troviamo anche gli esperimenti architettonici più interessanti. In via Lepanto non potrete fare a meno di notare delle piccole case rosse a forma di Igloo. Queste bizzarre architetture sono opera dell’Ingegner Mario Cavallè, che le realizzò nel dopoguerra importando nuove tipologie costruttive e abitative dagli Stati Uniti. Ogni igloo costituisce una singola abitazione di 45 metri quadrati con giardino e, delle dodici inizialmente realizzate, oggi ne sopravvivono otto leggermente rimaneggiate nel corso degli anni. Ogni volta che ci passo davanti spero sempre di incontrare qualche residente a cui chiedere come si vive, in un igloo a Milano?
Ma queste costruzioni non vi sembreranno poi così bizzarre, se pensate che Cavallè si spinse oltre realizzando anche delle case a fungo, con tanto di gambo e tetto rotondo rosso a pallini bianchi. Le due presenti in Via Lepanto purtroppo furono demolite negli anni Sessanta, ma è possibile vederne tre sopravvissute a Novate Milanese, nella periferia nord di Milano.


Lo spirito di Le Corbusier
Infine, gli appassionati di architettura non possono perdersi la bellissima Villa Figini, in via Perrone di San Martino 8, realizzata dall’architetto milanese come abitazione personale nel 1934. Purtroppo per noi, oggi la casa è circondata da una fitta vegetazione quindi è molto difficile vederla o fotografarla. Nel realizzarla l’architetto ha seguito rigorosamente i Cinque Punti dell’architettura moderna di Le Corbusier: i pilotis, o pilastri che sorreggono l’intero volume della villa, lasciando libero il terreno, il tetto giardino, la pianta libera senza tramezzi portanti, la facciata libera non portante e, conseguentemente, le finestre a nastro che occupano tutti i lati dell’abitazione.
Oltre a questi edifici eccezionali, l’intero quartiere è disseminato di ville, giardini, torrette e decorazioni. Il mio consiglio è di fare due passi e perdersi tra le stradine silenziose, che sembrano molto distanti dai rumorosi vialoni e dai palazzi che le circondano.


Colonna sonora: “Igloo”, Karen O, 2009
All images © 2019 Simone Sangalli