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Il Museo Hendrik Christian Andersen: un bosco di statue

Monica Pianosi Pubblicato il 8 Aprile 2023

Quando Arianna ti dice ‘ti porto a vedere un museo che mi piace un botto’ sai che non sarà mai il classico museo. Sai che sarà sempre qualcosa di particolare e inaspettato. Non chiedi nemmeno cos’è e com’è perchè sai che rimarrai sbalordita. Ma quando sono entrata al Museo Hendrik Christian Andersen sono rimasta ancor più sbalordita di quanto mi aspettassi. Perché questo non è il classico museo di scultura che vi aspettate. È una passeggiata in mezzo alle statue, un’immersione totale nella storia, una danza incredibile in un bosco di statue.

Canova Tadolini
Via Pasquale Stanislao Mancini, 20 | Roma
Ma – Do | 9.30 – 19.00
Lu | chiuso
Sito

Ei fu Hendrik Christian Andersen

Andersen nacque a Bergen (Norvegia) nel 1872, ed emigrò da bambino con la famiglia a Newport (Rhode Island) l’anno seguente. Nel 1893, Andersen viaggiò in Europa per studiare arte e arrivò a Roma nel 1896. Roma lo sbalordì a tal punto che decide di rimanere qui per il resto della vita. Già nei primi anni strinse relazioni importanti con altri artisti in città e all’inizio del ‘900 era abbastanza noto da potersi costruire una casa-studio al Flaminio, Villa Helene, dedicata alla madre e costruita in stile neorinascimentale con tocchi Liberty.

Andersen aveva una grande passione per le opere grandiose, monumentali e di ispirazione classica, che credeva stimolasse nell’osservatore un desiderio di automiglioramento. Credeva infatti che l’arte, soprattutto quella monumentale, potesse portare al mondo pace e armonia. Per questo aveva immaginato una città perfetta, la “Città-Mondiale”, un Centro Mondiale di Comunicazione, dove ci sarebbe stata una fontana di conoscenza strabordante da nutrire con gli sforzi di tutto il mondo dell’arte, della scienza, della religione e che avrebbe diffuso in cambio la conoscenza a tutta l’umanità.

Questa visione del potere dell’arte e dell’architettura nel trasformare la società può essere vista come un’anticipazione di concetti simili avanzati nel XX secolo da diversi urbanisti come Le Corbusier nella sua “Città Contemporanea”.

Un po’ di storia del Museo Hendrik Christian Andersen

La casa-museo dello scultore norvegese-americano Hendrik Christian Andersen nasce dal lascito allo stato Italiano dello stesso Andersen della sua collezione di statue con il suo studio-abitazione del quartiere Flaminio nel 1940. Il palazzo fu costruito tra il 1922 ed il 1925 mediante un progetto disegnato dallo stesso Andersen. Il tipo dell’edificio è dello stile “palazzina con annesso studio di scultura” come si usava al tempo. I prospetti sono in stile neorinascimentale con motivi richiamanti gli affetti legati ad Andersen tra cui delle figure a forma di teste che ritraggono i familiari sui prospetti su Via Mancini e Via Pisanelli.

Il Museo Hendrik Christian Andersen raccoglie proprio le statue che sarebbero andate a collocarsi nella Fontana della Vita. La maggior parte di esse sono in realtà prove in gesso mentre di alcune vi è anche la fusione in bronzo.

Il Museo Hendrik Christian Andersen

Al piano terra si trova la Galleria d’immagini, una vasta sala con pavimento alla veneziana e soffitto a cassettoni, dove si trovano numerose opere. Questa sala veniva utilizzata da Andersen come sala di rappresentanza per mostrare le opere ultimate e illustrare il progetto di Città Mondiale. Sul tavolo al centro è presente anche una copia del suo libro ‘Creation of a World Centre of Communication’. 

Sempre al piano terra si trova lo studio di Andersen illuminato da un grande lucernario e dove sono presenti la maggior parte delle opere. 

Al primo piano vi era invece l’abitazione di Andersen ora trasformata in museo. 


All images © 2023 Arianna Cristiano

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