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La Società dei Carbonari

Valentina Brancaleon Pubblicato il 27 Febbraio 2019
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Non lo nascondo, non vedevo l’ora di parlarvi di questo ristorante. È stata una delle prime rivelazioni al mio arrivo qui a Torino (scoperto un po’ per caso) ed è stato uno dei primi locali al quale mi sono “affezionata” e in cui sono tornata a cena spesso, proprio per la curiosità di scoprire quali sorprese avrei trovato nel menu di quel mese. Il tutto all’interno di un contesto informale e accogliente in cui mi trovo davvero a mio agio e mi sento “di casa”. Definirei La Società dei Carbonari una piola moderna con una cucina stagionale creativa. Venite, vi invito a scoprirla insieme a me.

La Società dei Carbonari
Via Silvio Pellico 7bis/e | Torino

Aperto tutte le sere
Prezzo | Cena con 4 portate da 30€, vino escluso

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La Società dei Carbonari di Via Silvio Pellico

Nasce nel 2013 dalla volontà di quattro amici, che si conoscono dai tempi dell’università, e dal loro desiderio di aprire un locale che potesse rappresentarli e rappresentare la loro concezione di ristorazione (semplice e genuina) in un contesto sincero e a alla portata di tutti. E quale posto migliore, situato nell’effervescente San Salvario, che Via Silvio Pellico per fondare la “La Società dei Carbonari”?

All’interno il ristorante rivela gli arredi tipici di una piola: il rosso predominante, mattoni a vista, le luci soffuse, le portate scritte in una grande lavagna a muro e grossi tavoli in legno. Ma ciò che ha colpito il mio “occhio grafico” sono le illustrazioni e i disegni presenti nei soffitti e le scelte grafiche del loro logo e del menu. Le trovo particolarmente affascinanti e adatte a questo tipo di ambiente. Tutto sembra essere al posto giusto e l’accoglienza è sempre cortese e col sorriso. Non ci resta che accomodarci e scoprire cosa mangeremo stasera.

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Nutrimento e godimento

Quando sono a cena qui la cosa davvero difficile è scegliere. Fortunatamente siamo in due quindi avrò la possibilità di provare almeno due piatti per portata. Il servizio è molto veloce e organizzato. Ci prende in carico Giuseppe, uno dei tre titolari presenti in sala, mostrandoci subito l’ampia selezione di vini della cantina provenienti da tutt’Italia. Ci consiglia una bottiglia di Prachiosso Roero docg Negro del 2013, vino da uve nebbiolo caldo e avvolgente, molto apprezzato. Iniziamo con gli antipasti ed un classico piemontese: “Tris di antipasti” composto da un Tomino con salsa di nocciole, un Flan di melanzane con salsa di pomodoro ciliegino e ricotta salata, e una Tartare di Fassona. A seguire il “Cannolo di pasta brisée e semi di papavero ripieno di ricotta di bufala, fiori di zucca e limone con crema di rucola e mandorle tostate”. Sembra di assaggiare un cannolo siciliano salato, la ricotta al suo interno ha un sapore davvero freschissimo ed è accompagnata perfettamente dalla punta piccante della salsa di rucola mentre l’involucro di brisè e mandorle dà croccantezza.

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I primi che scegliamo (nonostante le “Chicche di patate con crema di zucca, radicchio, castelmagno e polvere di liquirizia” mi fossero piaciute moltissimo la volta precedente) sono i “Tajarin con salsa di peperoni rossi, crudo e cotto di salsiccia e finocchietto fresco” e il “Riso venere con variazione di cipollotto e basilico, burrata e granella di pistacchio” (ora capite perché ho dovuto rinunciare alle Chicche? Al pistacchio non so proprio resistere!). La sorpresa del primo piatto sta proprio nel sugo di peperoni, ottimo nella sua dolcezza abbinata al sapido della salsiccia cruda. Il secondo piatto invece regala un sapore avvolgente ma delicato, rimanendo persistente al palato. Quella burrata che si squaglia lentamente sul riso nero… ammetto di sognarla ancora di notte. Correte a provarlo finché è nel menù!

Come secondo non posso non assaggiare la “Grissinopoli di pollo con riduzione di aceto balsamico e zucchine al forno”, piatto semplice e simbolo della tradizione ma dai Carbonari la fettina è impanata con grissini tritati grossolanamente. Questo piatto viene talmente richiesto dalla clientela che è uno dei fissi del menu, ed effettivamente dopo averlo assaggiato capisco anche il perché. Si percepiscono i sapori di una volta, un piatto preparato alla perfezione che soddisfa quella voglia irrefrenabile di panatura croccate che non troppo spesso ci si può permettere!

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L’altro secondo sono “Svizzerine di coniglio, olive taggiasche e cipollotti con toma fusa, salsa barbecue ai peperoni e contorno di misticanza e pomodori”: gustosissime e tenere, un accostamento di sapori interessante.

A questo punto della cena il nostro stomaco è decisamente pieno e noi ampiamente soddisfatti, ma come rinunciare al dolce dopo che il “Crumble di pesche ripiene” ci viene descritto facendoci venire l’acquolina in bocca? Le pesche vengono infatti tagliate a cubetti, fatte saltare in padella con burro e zucchero e poi sfumate con il Moscato d’Asti. Il liquido di cottura viene poi aggiunto alla panna fresca mentre il crumble viene aromatizzato in parte con il cacao e in parte con l’amaretto. Favoloso.

Ordiniamo anche il “Tortino di carote e noci su panna morbida al limone”: comfort food avvolgente, un dolce più da accostare a una tazza di the ma che alla fine con la freschezza della scorza di limone si rivela un ottimo Dessert.

Esplorate nuovi sapori!

Proposte della tradizione ma nulla di scontato.

Ogni portata incuriosisce oltre a stupire, è questa per me la forza de La Società dei Carbonari.

Leggere il menu è come mangiare con gli occhi. Stupirsi di come ad esempio la liquirizia, non proprio apprezzata dalla sottoscritta, sia perfetta insieme alla crema di zucca e radicchio nelle Chicche di patate, o di come lo stinco di maiale ben si sposi con lamponi e anacardi.

La parola d’ordine qui è: esplorare. Siate aperti a provare accostamenti e proposte magari inconsuete, anche se a prima vista vi sembrano bizzarre. Non ve ne pentirete!


All images © 2017 Valentina Brancaleon