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La Terrasanta e il sapore di Palestina

Alessandro Pistis Pubblicato il 25 Febbraio 2025

Potrebbe sembrare un classico kebabbaro (e sia chiaro, nessun rancore nei confronti dei kebabbari, anzi!). Ma La Terrasanta ha sicuramente quel qualcosa in più. Qualcosa di diverso da offrire. L’insegna esposta fuori parla chiaro: qui si assapora la cucina palestinese.

A proposito, sono abbastanza sicuro che La Terrasanta sia l’unico ristorante palestinese di Torino. Ho quasi l’impressione che questa cucina sia stata spesso confusa o sovrapposta a quelle dei paesi vicini, perdendo così la sua unicità. Ma qui, ogni piatto racconta una storia precisa, fatta di sapori autentici e tradizioni ben radicate. Se c’è un posto in città in cui la cucina palestinese può davvero esprimersi senza compromessi, è proprio questo.

Ve ne accorgerete subito prendendo lo shish tawooq: un panino che a prima vista potrebbe sembrare un kebab (spoiler: non lo è). Ma non lasciatevi ingannare, ha una personalità tutta sua. Il pane, per cominciare, viene preparato fresco ogni giorno (no, non arriva in bustoni di plastica). La carne, invece, viene marinata e speziata con cura, seguendo una lavorazione che la rende subito riconoscibile. Insomma, dimenticate quello che credete di sapere e lasciatevi sorprendere: ne varrà la pena.

Premessa: il tè

Veniamo accolti da Rafat, proprietario e fondatore, che, da buon palestinese, ci porge subito un bicchierino di tè caldo. Il mio pensiero mi riporta subito in luoghi diversi da Torino. In Italia non è consuetudine bere bevande calde durante i pasti, a meno che si tratti di brodo. Se volete sapere la mia, accompagnare il pasto con un tè zuccherato (dose tripla, ça va sans dire) è un’esperienza interessante, soprattutto se inserito nel giusto contesto e abbinato al giusto piatto. E poi, è uno di quei dettagli che fanno immergere ancor più nell’atmosfera mediorientale.

L’arte dell’ordinare… E del lasciarsi sorprendere

Da qui inizia il bello e il difficile: cosa ordinare? Io faccio parte di quella categoria di persone che, puntualmente, perde 40 minuti per scegliere un film. Quando si tratta di cosa scegliere da mangiare, possiamo dire che cambiano gli addendi ma il risultato rimane invariato. Anche in questo caso mi illudo di poter decidere cosa ordinerò senza perdere troppo tempo, ma, come ho detto, rimane un’illusione. Oltretutto, ho anche la pretesa di voler provare piatti nuovi, aggiungendo un fattore di indecisione all’equazione del mio ordine. Rafat, invece, si fa subito capire, usa pochissime parole. A volta pare criptico. Ma proviamo a chiedergli quale sia il suo piatto preferito, cosa non possiamo perderci… Nessuna risposta, ma fa di più, ordina direttamente al posto nostro. Si potrebbe dire che, questa volta, mi abbia fatto risparmiare parecchi minuti di indecisioni e ripensamenti. Morale della favola, nel giro di pochi minuti, ci siamo ritrovati con cinque piatti diversi sul tavolo! Alcuni non li avevo mai provati, inutile dire che, anche sul gusto, il risultato non cambia mai: tutto delizioso!

Le certezze

Provare e lasciarsi trasportare da nuove sensazioni è sicuramente un consiglio, ma avere le proprie certezze non è sicuramente da condannare. Queste di seguito sono le mie quando mangio qui:

  • Il pane piatto ha una sua declinazione praticamente in ogni paese che si affaccia sul Mediterraneo. La Palestina non è da meno ovviamente con il suo Man’Osheh. In menu ne troverete tre versioni, dalla più classica con lo za’atar (un fantastico mix di erbe, spezie e pinoli), a quella più golosa con il formaggio. Le ho provate tutte più volte e, onestamente, non riesco ancora a scegliere la mia preferita. Ma la prima volta quella con lo za’atar va presa.
  • Poi ci sono i falafel, i migliori che possiate assaggiare in città, a mio modesto parere. Ogni volta che vengo qui, rimango incantato a guardare la macchina che li prepara: un moto perpetuo che trasforma l’impasto in falafel perfetti pronti a tuffarsi istantaneamente nell’olio bollente. Uno spettacolo ipnotico!
  • E se si inizia con il dolce, sorseggiando il tè, per chiudere il cerchio nulla di meglio che un altro dolce! Qui potete sbizzarrirvi, soprattutto se siete amanti della frutta secca, il mio consiglio spassionato è prendere un dolcetto di ogni tipo!

La Terrasanta è uno di quei posticini che ho segnato sulla mia mappa della città ormai da tempo immemore. Il locale si trova nel cuore di San Salvario, in una traversa di Via Madama Cristina. Ormai, però, non ho più bisogno delle indicazioni: mi basta seguire il profumo che si diffonde già dal marciapiede, invitante e inconfondibile. Quando ho voglia di sapori autentici e di un’esperienza fuori dal comune, so che qui troverò esattamente ciò che cerco. Ogni volta le aspettative sono alte, e ogni volta ne esco con la pancia piena e un sorriso. Ovviamente, anche questa non ha fatto eccezione!

Sono goloso di cibo e di tutto ciò che mi appassiona. Amo le montagne più del mare, viaggio per vivere esperienze che lasciano il segno (e un buon sapore in bocca).

Tutte le immagini sono di © Alessandra Nardin 2025

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