Ladidà è prima di tutto un concetto: stravaganza, arte, pretenziosità. E se, come sosteneva Dalì, è vero che “non si deve avere paura della perfezione”, questa Brasserie ci si avvicina parecchio.
Come sempre non posso nascondere dietro allo schermo la mia esaltazione quando incontro giovani imprenditori intraprendenti che trasferiscono nella ristorazione il loro entusiasmo e le loro capacità.
Ladidà
Via di S. Sebastiano, 13
Ma – Sa | 12.30 – 14.30 / 18.30 – 23.00
Do – Lu | chiuso
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Ho pranzato a Ladidà quest’estate, ma prima di scrivere questo articolo dovevo assolutamente conoscere Thea, la mente dietro a questo progetto. Mi sono presentata al ristorante con pupo in fasce, zaino e ombrello (una mezza disperata che ha visto giornate migliori), sono stata accolta come una regina da una ragazza sorridente, energica e assolutamente fuori dal comune, una di quelle che sanno di cosa si sta parlando. Avete presente? Sono rare, ma esistono e si è davvero felici di incontrarle.
Intorno a lei, al lavoro, professionisti altrettanto giovani e altrettanto capaci, a partire da Benny, il restaurant manager; un viso conosciuto per i genovesi che identificano Les Rouges nella sua inconfondibile e foltissima chioma rossa. Lo chef Gabriel Ulivieri ha lavorato in giro per l’Europa da Barcellona a Ginevra, al Mirazur di Mentone e a… Genova! Si, questo mostro di bravura vi stregherà con i suoi piatti proprio in via San Sebastiano.
Cosa si mangia da Ladidà
Vi svelo un segreto (di pulcinella) sono una donna da salato MA c’è un “ma”! I dolci di Fiorella Aldana sono qualcosa di incredibile e poi sono stata fortunata. Ho provato delle prelibatezze con la mia frutta preferita. Una èclaire alle nespole a luglio e una torta con fichi e maggiorana a settembre. Cosa posso dire, basta guardarle per avere l’acquolina in bocca.
Scusate, mi sono fatta trasportare e ho iniziato a parlare del menu dai dolci, ma facciamo un Rewind.
Questo locale ha confuso le mie abitudini, sono stata stregata, è certo. Da onnivora convinta ho scelto solo piatti vegetariani e non mi sono assolutamente pentita!
Dopo un’apprezatissima entrè e un assaggio di olio del Frantoio Sant’Agata a Oneglia accompagnato dal pane di farina Sara Gorgona, siamo passate alla scelta.
Il menu è bellissimo, con i disegni di Luca Conte (detto Jerry) in copertina ispirati al mondo onirico di Dalì, e ancora più interessante nel contenuto.
Ho trovato indimenticabile la melanzana alla beccafico descritta semplicemente sul menu come “emulsione di pomodori, salsa di menta, cous cous croccante”, vi assicuro che in bocca è un’esplosione di sapori e freschezza. NON POTETE PERDERVELA!
Monica, che mi ha fatto compagnia con Arianna (autrice delle foto) e Cristina, ha ordinato il Pomodoro Assoluto, un cuore di bue con maionese al pomodoro, pomodori marinati e granita e brodo di pomodoro. Un unico ingrediente cucinato in modi diversi, attraverso giochi di consistenze, rende un (già) ottimo piatto -anche- una portata davvero interessante e insolita da provare!
Brasserie
L’occhio vuole sempre la sua parte e quello che ammiriamo nei piatti si riflette anche in un locale curatissimo, studiato nel minimo particolare da Thea e da studio Milo.
A prevalere sono sicuramente i colori (ottanio, malva e verde pera) e i materiali: velluto per le sedie, ecopelle per i divani, moquette sulla scalinata che porta al piano superiore. Parte degli arredi sono stati recuperati dal locale preesistente e rivoluzionati completamente nell’aspetto e questo è senza dubbio un valore aggiunto. Sempre in quest’ottica, entrando, noterete un importante lampadario di vetro a gocce, che ci sta una meraviglia, ereditato dalla nonna di Thea!
Alle pareti spiccano le opere-studio del collettivo di artisti genovesi “Bronzo” (Edoardo Bracchi, Jerry, Michele Gasperini, Federica Balletto e Federico Zurani). Le linee contorte e intrecciate di questi quadri, in contrasto con lampadari e arredi dall’impronta geometrica, conferiscono alla sala principale carattere e personalità.
Su un altro muro trovate invece le grafiche di The Genoeser, altrettanto belle e rappresentative della vena creativa della nostra città.
Starei a parlarvi per ore di design e dell’inequivocabile e apprezzata impronta dadaista al mondo hotellerie di Ladidà ma devo ancora svelarvi la chicca delle chicche!
Il club
Cercate uno speak easy e un biliardo a Genova? Lo avete trovato!
Vi basta svelare il lato “notturno” di Ladidà salendo la morbida scalinata al centro del salone per trovarvi avvolti da pesanti tendoni porpora, carta da parati dai disegni oro, poltrone in pelle e calde luci soffuse.
Un club dove poter ascoltare musica e tirare di stecca, passare una serata assaporando cocktail ricercatissimi e chiacchierare in buona compagnia.

Il merito di Ladidà, un locale grande e di difficile gestione, è anche quello di fare rete con i protagonisti della ristorazione genovese “giovane”, cosa che noi apprezziamo tantissimo e che gli fa guadagnare ancora più punti nella nostra personalissima classifica dei ristoranti in città.
Ancora una volta, fidatevi dei nostri consigli e prenotate un tavolo a Ladidà e partecipate alla festa del 1 ottobre (trovate info qui). Ci ringrazierete!
All images @ 2022 Arianna Cristiano & Chiara Ardenghi
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