In un martedì mattina di inizio primavera, libera dagli impegni di tutti i giorni, dai ritmi frenetici della quotidianità, dai telefoni che squillano impazziti e dal traffico che ci tiene sempre ingarbugliati nei ritardi, decido di concedermi una colazione dai ritmi lenti, dai gusti particolari e dal sapore di novità.
Mi reco così da Marigold, assicurandomi la prenotazione confermata con qualche giorno di anticipo, per essere certa di trovare il mio posto vestito di tanta curiosità.
Marigold Roma
Via Giovanni da Emtestapoli, 37 | Roma
Mer – Dom | 9 – 15
Sito | Facebook | Instagram
La parola d’ordine è “fatto in casa”, ma nella casa di chi?
La domanda è d’obbligo, perché entrare da Marigold è come affacciarsi da una finestra sul mondo.
I proprietari mixano due tradizioni: quella italiana, nello specifico calabrese, e quella danese. Oltre a loro, il personale, di sala e di cucina, è un meltingpot di nazionalità: Turchia, Bangladesh, America e Israele.
Che questo posto sia una finestra affacciata sul mondo si capisce anche dalla clientela: a riempire il locale sono più stranieri che italiani. Difficile capirne la provenienza, ma capiamo che Marigold è un punto di ritrovo per tutti.
Lo stile è minimal: tavolini di legno, cristalleria semplice, niente tovaglie. Il locale ha all’incirca 30 coperti dentro, più un dehors esterno con tavolini e panche.
All’interno del locale trova spazio anche un piccolo shop: utensili per la cucina, taglieri, tazze e qualche libro. C’è spazio anche per una piccola selezione di vini di natura biologica, liquori e distillati.



Marigold Roma: colazione dal sapore internazionale
Il menu è un invito alla dolcezza che strizza l’occhio anche ad alternative salate.
Scelgo un flat white, bevanda a base di latte e caffè espresso molto simile al cappuccino, ma meno schiumoso, che non delude le aspettative: caldo e avvolgente, come una sveglia lenta.
Riempio lo stomaco con un intramontabile classico: pane, burro Marigold e marmellata, tutto rigorosamente fatto in casa. Il primo morso è un ritorno alla felicità, all’infanzia in cui le cose semplici erano le più buone: un sorriso per il palato e lo stomaco. Spinta dalla gola e dalla curiosità, decido di rimandare la dieta ad un altro giorno e aggiungo una fetta di babka al cioccolato con nocciole: si tratta di un dolce che ha origini polacche, dalla consistenza soffice e burrosa, ma non eccessivamente dolce.
Guardo l’orologio: è passata più di un’ora e il tempo è volato, sospeso in un luogo a due passi da casa, in grado di portarmi in giro per il mondo.





All images @ 2022 Luisa Cuomo
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