Palás Cerequio: il tempio dell’arte nelle vigne del Barolo

Situato tra La Morra e Barolo, Palás Cerequio è un luogo unico, il primo relais interamente dedicato ai cru del Barolo. Gestito dalla storica cantina Michele Chiarlo, questo relais incredibile combina ospitalità, cultura del vino, arte e gastronomia in un ambiente naturale immerso nei paesaggi delle Langhe. Io e Valentina siamo arrivate a Palas Cerequio in un freddissimo pomeriggio di ottobre, in una di quelle settimane in cui non smetteva mai di piovere. Forse non l’ideale per una gita in mezzo alle vigne, ma l’atmosfera è stata ugualmente avvolgente.
Tre motivi per andare a Palas Cerequio nelle vigne del Barolo:
- Per una degustazione dei vini di Michele Chiarlo, per trasportarti nel suo mondo e scoprire la sua filosofia in vinificazione.
- Per un piatto di tajarin al tartufo da assaporare al ristorante immersi nel vigneto (attività esclusivamente adatta alla stagione autunno/inverno).
- Per un pic nic nelle vigne dopo una passeggiata alla scoperta del Cannubi Path a opera di Ugo Nespolo.






Storia e architettura di Palás Cerequio, il relais del Barolo
La struttura di Palás Cerequio nasce dal recupero di un antico palazzo nobiliare piemontese, in dialetto ‘palás’ appunto, di cui la famiglia Chiarlo si innamora fin dalla prima volta che si trova in zona. Pian piano inizia il progetto di restauro per trasformarlo in un relais di charme dedicato al mondo del Barolo, combinando gli elementi architettonici tradizionali con design e atmosfera contemporanea. Al momento il Palás conta 11 suite che riflettono la filosofia architettonica del Relais: quattro suite del Passato che richiamano lo stile barocco delle residenze nobili del Settecento in Piemonte e sette suite del Futuro, caratterizzate invece da un design più minimalista e contemporaneo e ispirate alla natura.






Il Caveau del Barolo: memoria storica e tesoro
Uno degli spazi più caratteristici di Palás Cerequio è il Caveau del Barolo, ossia la cantina della famiglia Chiarlo e la sala di degustazione che custodisce oltre 6000 bottiglie di Barolo, tra cui alcune di annate storiche fino alla metà del XX secolo, di diversi produttori. L’idea dei Chiarlo è quella di documentare l’evoluzione enologica di questa eccellenza piemontese così da poter rivivere decenni di produzione vinicola. Il Caveau ospita numerose bottiglie che hanno fatto la storia e (possiamo dirlo) creato la leggenda di questo territorio proveniente dai principali cru del Barolo, con un focus particolare su Cannubi, Brunate e Cerequio. Oltre alle bottiglie, include preziosi documenti storici come la celebre Monografia sulla Viticoltura ed Enologia nella Provincia di Cuneo di Lorenzo Fantini (1879). Oltre a essere una sorta di enoteca/museo, nel caveau è anche possibile fare degustazioni verticali di annate storiche e scoprire come tempo e terroir abbiano influenzato il vino. Questo luogo incarna la missione di Palás Cerequio: custodire e condividere il patrimonio del Barolo, celebrando la sua storia e la passione che lo rende uno dei vini più apprezzati al mondo.






Ed è qui che abbiamo affrontato la prima degustazione della giornata, quella che ci ha portato alla scoperta del mondo del Nizza di Michele Chiarlo. Il Nizza è una Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) dedicata alla produzione di vino ottenuto dal vitigno Barbera, situata sulle colline del Monferrato, in Piemonte. Chiarlo produce diversi Nizza che sono conosciuti e rinomati per la loro struttura e profondità. Abbiamo assaggiato il Nizza Cipressi, un vino pieno e strutturato, la cui vinificazione prevede una macerazione sulle bucce e un invecchiamento di almeno 18 mesi in grandi botti di rovere. Il Nizza Riserva La Court, prodotto solo nelle migliori annate, è il vino che mostra il pieno potenziale del vitigno Barbera. La Court è invecchiato per un periodo che può arrivare fino a 4 anni, di cui 2 anni in barrique. Infine il Nizza Montemareto, invecchiato per almeno 18 mesi in botti grandi, che ne accrescono la complessità e garantiscono un profilo armonioso.



Pranzare al Ristorante di Palás Cerequio
Ricordo ancora il mio primo pranzo qui a Palás Cerequio, ormai quasi 10 anni fa, accomodati al tavolo rotondo di fronte alla finestra con vista sulle vigne. Era probabilmente una delle prime volte in cui assaggiavo il tartufo e che facevo un’esperienza così curata. Un giorno che ricorderò per sempre!
La cucina del ristorante di Palás Cerequio in mezzo alle vigne del Barolo è guidato da chef Vincenzo La Corte ed è un vero omaggio alla tradizione piemontese, cucinata con eleganza e semplicità.



In questo pranzo meraviglioso, essendo proprio nel pieno della stagione, abbiamo provato il menu dedicato al tartufo, il momento perfetto per farsi inebriare dal suo profumo. Il tartufo può accompagnare tanti sapori, ma ci siamo fatti guidare dalla tradizione: uovo pochè con cardi gobbi di Nizza Monferrato (ovviamente) e fonduta, tajarin al burro. Perché i grandi classici non temono confronti. Accompagnati dal Barbaresco Asili di Michele Chiarlo prodotto nel celebre cru Asili, una delle aree più rinomate della denominazione Barbaresco DOCG, ottenuto da uve Nebbiolo coltivate su vigneti di oltre 25 anni, situati su suoli di marne calcaree a un’altitudine di circa 250 metri.
Ps. se siete alla ricerca di altri posticini in Piemonte o a Torino dove mangiare il tartufo leggete qua.



Ugo Nespolo e il Cannubi Path: esperienza artistica multisensoriale
Ma Palas Cerequio e Chiarlo non è solo sinonimo di vigne, accoglienza e cibo eccellente, è anche sinonimo di esperienza artistica e attenzione estetica. Da molti anni Chiarlo collabora con diversi artisti e in particolare con Ugo Nespolo che proprio quest’anno, nel 2024, ha firmato il Cannubi Path, un progetto artistico che vuole celebrare il cru Cannubi, il più antico cru d’Italia, le cui origini risalgono al 1752. Il percorso si snoda lungo le vigne di Barolo Cannubi della famiglia Chiarlo ed è un bellissimo esempio di come l’arte possa diventare parte stessa del territorio circostante, raccontandone la storicità e il valore culturale.









Il Cannubi Path integra arte e paesaggio con installazioni che celebrano i colori e le forme delle Langhe in cui gli elementi artistici si fondono con il contesto vinicolo. Attraverso elementi visivi, scultorei e interattivi, il Cannubi path vuole trasmettere il profondo legame che esiste tra la viticoltura e la cultura locale, rendendolo quindi il patrimonio vitivinicolo più accessibile e condivisibile. Il Cannubi Path è infatti aperto al pubblico durante tutto l’anno, escludendo il periodo della vendemmia, così che tutti possano farne esperienza e godere di queste grandi vigne.
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