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People of Turin | Senza Rossetto e l’educazione sentimentale.

Chiara & Luca Pubblicato il 26 Agosto 2018

Play… parte il podcast. Negli auricolari, ad ogni ascolto, la voce di una scrittrice; ogni episodio una voce femminile diversa, calda o leggera, legge un racconto della sua penna. Gli spunti sono proposti da Giulia & Giulia. Due ragazze, la stessa scuola, un appartamento vicino piazza Statuto; Torino e un progetto.

Hanno inventato una scrittura trasmessa in onde radio che racconta cosa vuol dire essere donna, implicando spesso argomenti che finiscono per “-ismo”: desinenza che in più di qualche caso invoca una riflessione, quando non una presa di coscienza.

Sul tavolo femminismo e sessismo, però sfocati dalla magia della finzione narrativa.

Più importante che “prendere le parti”, puntare il dito, fare bilanci o appellarsi a fredde statistiche (anche se tristemente vere), è interpellare la sensibilità e l’intelligenza di chi ascolta. Il tema è la vita delle donne – e quindi di tutti – nell’Italia di ieri, oggi e domani.

Senza Rossetto legge una realtà che spesso si confonde tra le righe; una quotidianità fatta di temi piccoli, sbadati, in apparenza innocui; più difficili da vedere, e più facili da ignorare. Modi di dire scelti non a caso, ereditati e ripetuti in un vortice di pigro istupidimento collettivo. Cose che per prime diciamo riferendoci a noi stesse, anche in positivo. 

Quante volte una donna determinata è una donna con le palle; quante parole, se declinate al femminile, alludono ad amabili insulti; quante volte quando ci arrabbiamo siamo soltanto isteriche o emotive, o entrambe le cose. Quante volte, troppe cose.

Senza Rossetto racconta di noi, della vita di tutti i santi giorni, di quelle parole o quegli atteggiamenti che per un attimo ci fanno pensare “ehi?!”, ma poi anche “che ci vuoi fare”.

L’idea nasce per dare un contributo all’abbattimento di un muro, altissimo e ancora molto lungo. La partita che da sempre coinvolge il corpo delle donne si sta ancora giocando.

Giulia & Giulia credono che valga la pena offrire una lente di ingrandimento, la luce di un riflettore, per riportare l’attenzione a come la donna viene raccontata e a come si racconta; con tutte le emozioni, le debolezze, le rivendicazioni, i pregiudizi e i condizionamenti in cui siamo distrattamente immersi.  

Sul podcast trovate le prime tre raccolte, di cinque episodi ciascuna.

Ho ascoltato i primi racconti senza riuscire a smettere, come stessi guardando l’ultima stagione di una serie del cuore di Netflix.  Quando è finita l’ultima puntata e ho spento, mi sono ritrovata a pensare cose, tra cui:

  • la malinconica familiarità che ho riconosciuto nei racconti
  • uno stronzissimo senso di colpa pensando che non reagisco mai abbastanza di fronte alle cose per cui provo indignazione
  • a cosa rappresentano le donne per me…

Un’incredibile forza, che non ha bisogno di palle.