Il 19 giugno partecipa a
WOUSE | In Bolla

Riccioli d’Oro e la favola della sua cucina

Luisa Cuomo Pubblicato il 28 Maggio 2025

Se non ricordate la favola di Riccioli d’Oro state tranquilli: in quest’articolo vi porto alla scoperta di un ristorante che ha un che di magico, dove la vera favola si trova nella sua cucina.

Benvenuti da Riccioli d’Oro.

Un angolo di casa in Via Conca d’Oro

In Via Conca d’Oro (sì, il nome sembra scelto apposta) si nasconde un piccolo ristorante che sa di casa. Ma non una casa qualsiasi: varcando la soglia, ci si ritrova in un luogo accogliente, dove ogni dettaglio parla di cura, calore e memoria.

Il fascino del locale nasce dalla scelta di arredare con mobili e stoviglie recuperati, mixati con gusto e originalità. Lo stile è semplice, ma mai banale: un’eleganza nostalgica che ricorda i saloni delle nonne di un tempo, quelle che trasformavano la tavola in un piccolo capolavoro.

Piatti e bicchieri spaiati si combinano con armonia, trovando nuova vita. Le vecchie tovaglie si reinventano come poggia posate, adagiate su splendidi tavoli in legno che raccontano storie di un passato che torna a vivere — come in una favola, proprio come Riccioli d’Oro.

La cucina: una favola moderna

Quello che stupisce di Riccioli d’Oro non è solo l’ambiente.

Quanto alla cucina, mi piace definirla una favola moderna, che sfida il concetto di tradizione ma abbraccia totalmente quello di eleganza e particolarità.

Il menù è diviso in mezze porzioni e porzioni piene, con proposte di carne, di pesce e veg. La cosa che più amo è la possibilità di fare degustazioni al buio, con 5, 7 o 9 portate, ottima soluzione se come me volete provare più cose e nell’indecisione vi lasciate guidare dallo chef.

Quanto alla proposta, i piatti cambiano ogni 5 mesi circa, mantenendo i piatti iconici più richiesti nella precedente stagione (salvo indisponibilità della natura, ça va sans dire).

Preparazioni particolari e sapori decisi sono il tratto distintivo dei piatti di Riccioli d’Oro.

Tra le mezze porzioni buonissimi i funghi alla brace con latte di cocco e curry verde (piatto che resiste dalla scorsa stagione), meravigliose le lenticchie nere mantecate con crudo di gambero rosa, una vera poesia l’agretto in tempura con alghe, miso e ajoli.

Tra le porzioni piene (ri)troviamo le linguine Mancini al kiwi con grana di pecora e basilico, un piatto bilanciato in ogni punto, lumache Mancini, pomodoro in conserva arrostito, bufala e seppia, un trionfo di colori e sapori, farfalle al caffè, anatra, cacao e cedro candito, delicato e deciso, pescato del giorno in brace con prosciutto e piselli, una vera chicca.

Completano la proposta i dolci dello chef e un’interessante selezione di vini.

Un’esperienza da provare (e riprovare)

Entrando — e ancor di più uscendo — da Riccioli d’Oro, si percepisce chiaramente che questo non è solo un ristorante, ma un esperimento gastronomico perfettamente riuscito. Il merito? Un team affiatato e ben coordinato, tra cucina e sala, che unisce competenza, passione e la rara capacità di incuriosire senza mai far sentire fuori posto.

Mangiare qui è un invito alla scoperta, ideale per chi ama lasciarsi sorprendere a tavola. Un viaggio tra sapori creativi, in un ambiente che sa di casa.

Vivo a Roma ma sono una cittadina del mondo, di sana e robusta costituzione. Di buona forchetta e buon bicchiere, che è sempre mezzo pieno!

Tutte le immagini sono di © Giulia Pietroletti 2025

Ti piacciono le foto e vorresti usarle per raccontare la tua attività? Clicca qui e scopri come!