Vi siete mai chiesti perché quel quartiere abbia quelle sembianze? Quale passato misterioso si nasconda nella forma delle sue vie? Perché quel negozio abbia residenza lì e non due strade più in là o perché la linea del tram faccia proprio quelle fermate? La risposta si cela dietro all’arcano che è l’urbanistica. Una roba che io non saprei neanche da dove iniziare a spiegare… ma da Urban Lab sembra tutto così chiaro! Non prometto la chiarezza assoluta, ma un’epifania.
Urban Lab Torino
Piazza Palazzo di Città, 8/f
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Lun-Ven | 12 – 18 & Sab | 10 – 18
Benvenuti da Urban Lab Torino! Una visita di quello che a prima vista sembra “solo” un mini-museo è stata per me l’opportunità di costruire fili rossi per guardare ad ogni angolo della mia città con il rispetto che merita, con la ricchezza che ogni muro, colonna, sanpietrino si porta dietro. Qui ho avuto modo di tirare le somme su cose che già conoscevo e di riscoprire storie che credevo perdute.
Che cos’è un urban center?
Urban Lab fa parte della rete degli urban center, spazi per coinvolgere le persone nelle politiche di trasformazione della città e del territorio (partiamo sempre leggeri con me, eh?!). In realtà gli urban center non sono niente di nuovo ma, come tutti gli spazi nati dall’incontro di più menti, hanno una sorprendente carica innovativa.

Si definiscono “case di vetro” dove sentirsi accolti, dove scoprire, capire e mettere in discussione ma anche sbirciare in lontananza, sentendosi sempre e comunque parte. Qui, storie e dati sull’urbanistica della città si incontrano e diventano accessibili a tutta la comunità. Gli urban center esistono infatti per incentivare in primis l’informazione e, in secondo luogo, la comunicazione tra stakeholders, rafforzando il protagonismo di tutti coloro che usufruiscono delle infrastrutture e degli spazi condivisi. Perché senza comunità non vi è città.
Il laboratorio Urban Lab di Torino
Urban Lab nasce nel 2005 e in occasione del suo quindicesimo compleanno si è dato una rifrescata. Rimane un punto di incontro dove quotidianità, saperi tecnici e visioni si mescolano, ora in un ambiente dall’architettura che urla “entra, fotografami, amami” e uno sviluppo comunicativo studiato per entrare in complicità con i non addetti ai lavori.
Passo dopo passo un racconto capillare, accessibile a tutti, permette di capire meglio la città, partendo dagli anni ‘50 fino ai giorni nostri, dando anche un’occhiata al futuro più prossimo. E siccome la tecnologia non ci fa schifo, entrando si può scansionare un QR per approfondire il percorso con la guida virtuale Visitul.it, sia in loco da mobile che da remoto.
Tutta Torino tra 4 pareti (e qualcosa in più)
Il corpo del laboratorio è pensato come un percorso articolato in tre momenti: Past, Now e Soon. Il primo, Past, è stato realizzato grazie ai 9 km di archivi di Polo del 900. Foto e video, accoccolati in dei cubotti luminosi, mettono in luce gli eventi che più hanno trasformato il landscape, creando una versione della storia di Torino.
Proseguendo si approda in Now. Protagonista una mappa di 16mq insieme ad una piattaforma touch che raccoglie per la prima volta tutti i dati dei numerosi soggetti territoriali. Alzando lo sguardo, l’area Soon, con i suoi schermi dedicati ai progetti in corso. Iniziative che scorrendo tra le strade di Torino ogni giorno influenzano Servizi, Ambiente, Mobilità, Cultura ed Economia.
L’idea è che il visitatore collabori durante la scoperta, toccando, scrivendo e progettando attraverso i dispositivi aperti. Una libertà di essere curiosi e decidere quanto addentrarsi, approcciandosi, perchè no, anche ad uno sguardo analitico (c’è una mole di dati fruibile che neanche vi immaginate!). Per chi non si sente l’Indiana Jones di turno, i dati fanno cucù in un anfiteatro all’interno della sala cinema. Qui viene presentanto il racconto data-based Liquid City in loop.
Oltre al corpo centrale, Urban Lab nasconde due nicchie peculiari (pensate prorprio da Elena di OrtiAlti, che abbiamo già incontrato [qui] parlando di verde in città) . La prima è il “pensatoio”, il locale vetrato che accoglie fiancheggiando Urban Lab arrivando da Piazza Castello. Qui la piccola biblioteca, la millefoglie di tappezzerie e le sedie dai colori pop regalano il tempo di una riflessione. Infine la seconda nicchia è un luogo espositivo quasi sacro, abbracciato da due corti esterne, con pilastri a vista e cementine esagonali originali (I love cementine quindi se andate solo per darci una sbirciata non vi biasimo).
Mostre, incontri e passeggiate in una città che cambia
La sala espositiva oggi accoglie “La città sospesa. 9 marzo – 3 maggio 2020.” di Fabio Oggero. Le fotografie in bianco e nero, scattate durante il lockdown, danno l’idea di un tempo in standby e uno spazio svuotato. Lo stato d’animo della folla assente mi abbraccia, ricordando quei giorni infiniti davanti ad una finestra. Ma dai diamanti non nascono i fiori e l’atmosfera surreale diventa così un’occasione “catartica” per ripensare agli spazi urbani.

Fabio Oggero- La città sospesa. 9 marzo – 3 maggio 2020.
Per gli appassionati di fotografia, una selezione di foto con un focus sugli aspetti tecnici è disponibile presso il centro di fotografia Phos.
Urban Lab ha fatto la sua storia grazie alle numerose iniziative di scoperta della città dal vivo, tra cui gli incontri al cantiere della nuova metropolitana in Piazza Bengasi. Le disposizioni sanitarie limitano le occasioni di incontro offerte da Urban Lab. In attesa di un gran ritorno, in aggiunta allo spazio espositivo (libero accesso gratuito) rimangono fruibili (su prenotazione al costo di €4) le visite guidate alla scoperta dei quartieri, a piedi o in bicicletta, come quelle in Vanchiglia e Borgo Po [qui il link].
Visto che l’itinerario è già pronto, non vi resta che preparavi ad una giornata da urlo e se non sapete dove fermarvi per una pausa o per rifocillarvi abbiamo pronta una lista di consigli con i posti preferiti degli stradari a Vanchiglia e a Borgo Po. Buona avventura!
All images © 2020 Virginia De Faveri