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Villa Necchi Campiglio, fascino déco nel cuore di Milano

Rosa Giulia Luppino Pubblicato il 6 Ottobre 2019
Villa Necchi Milano

A pochi passi dal Quadrilatero della Moda, famoso in tutto il mondo per le sue vetrine e boutique di lusso, esiste un altro quadrilatero più nascosto e tranquillo: è il Quadrilatero del Silenzio, una manciata di vie tra Corso Venezia e San Babila che nascondono eleganti dimore signorili, tra le quali spicca la bellissima Villa Necchi Campiglio.
Costruita negli anni Trenta dall’Architetto Piero Portaluppi come residenza indipendente per una famiglia dell’alta borghesia lombarda, è oggi aperta al pubblico grazie al FAI, che spesso organizza eventi serali e visite guidate. E se non avete il tempo per una visita, attraversate il meraviglioso giardino con piscina e prendere un caffè al piccolo bistrot, per una pausa in totale relax.

Villa Necchi Campiglio
Via Mozart 14 | Milano
MM1 Palestro

Mer – Dom | 10 – 18

Villa Necchi Milano

Lusso e modernità a Milano

Intorno al 1930 Gigina Necchi e Angelo Campiglio, originari di Pavia ed esponenti della nascente borghesia industriale lombarda, decidono di trasferirsi in città, a Milano, acquistando il terreno di Via Mozart, in un’area vicina al centro ma all’epoca non ancora edificata. La progettazione della villa è affidata a Piero Portaluppi, uno dei più grandi architetti del periodo, ed è concepita in stile razionalista come residenza elegante ma estremamente moderna nello stile come negli impianti.

Villa Necchi Milano

L’elemento che colpisce subito, entrando nel giardino, è la piscina, la prima in Italia realizzata su un terreno privato e addirittura riscaldata, sintomo di una committenza ricca e capace di godersi il proprio tempo libero in maniera “moderna” e non convenzionale per l’epoca: ne sono un esempio anche il campo da tennis, la palestra e la sala per proiezioni.
L’innovazione e il comfort si trovano anche negli ascensori, nel sistema di citofoni, nelle porte blindate scorrevoli e nel caveau privato. L’impressione è quella di trovarsi a Miami o a Hollywood, e non a pochi passi dal Duomo negli anni Trenta.

Villa Necchi Campiglio Milano

Architettura nel verde

La villa è ancora oggi circondata da un bellissimo giardino, nato per garantire la tranquillità e la riservatezza degli abitanti e degli ospiti. Sulla strada si affaccia un piccolo edificio adibito a portineria, collegato alla villa tramite un passaggio sotterraneo.
La disposizione degli spazi interni risponde alla divisione tradizionale delle dimore nobiliari: area giorno al primo piano, stanze da letto al piano superiore, alloggi per la servitù nel sottotetto. Più moderne sono invece le zone destinate ai ricevimenti e alla socialità: la sala da pranzo, il fumoir, la biblioteca e il salone con veranda.

Villa Necchi Campiglio Milano

Lo stile di Portaluppi, moderno ed essenziale, si ritrova all’esterno (dove l’unico elemento di decoro è la solitaria finestra a stella del bagno padronale) ma soprattutto negli arredi e nelle finiture interne, tanto che nel 1938 i Necchi Campiglio chiamarono l’architetto Tommaso Buzzi per ammorbidirli con tratti più tradizionali e settecenteschi.

Villa Necchi Milano

La villa che custodisce tesori

Durante la seconda guerra mondiale la villa fu requisita dal governo fascista. Dopo la caduta della repubblica di Salò fu occupata dagli inglesi e divenne poi residenza del console dei Paesi Bassi. La famiglia Necchi Campiglio riuscì a riaverne possesso solo dopo qualche anno.

Villa Necchi Milano

La coppia visse tutta la vita con la sorella di Gigina, Nedda, ma non ebbero eredi. Per questo le sorelle si preoccuparono di trovare una destinazione adeguata alla loro amata residenza, per farne luogo da vivere e frequentare. Decisero quindi di affidarla al FAI, Fondo Ambiente Italiano, che ne è proprietario dal 2001, anno della morte di Gigina Necchi.

La villa è stata arricchita anche dal lascito delle collezioni de’ Micheli e Gian Ferrari, e oggi ospita numerose opere d’arte: da Tiepolo e Canaletto fino a Sironi e De Chirico. Dal novembre 2017 è possibile vedere anche la Collezione Guido Sforni: 21 opere su carta di grandi artisti del Novecento come Picasso, Fontana, Modigliani e Matisse.

All images © 2019 Giulia Luppino